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Superstizioni

Vendere in maggio. Oppure, meglio ancora, in aprile.

La festa dell'Essere Supremo durante il Grande Terrore del 1794. Museo Carnavalet. Parigi.Gente pratica, i Romani avrebbero senz’altro fatto loro la teoria del Sell in May, quella che afferma che in borsa bisogna vendere in maggio e ricomprare in novembre. Prima di farsi intellettualizzare dalla cultura greca non avrebbero certo disprezzato il Sell in May come leggenda metropolitana o superstizione da poveri di spirito. Massimamente incuranti del Nobel in economia, avrebbero cercato invece di ricavare il più possibile da questa bizzarra teoria.

Bill Gross scrive oggi, sulla scia di Nassim Taleb, che i grandi investitori sono più fortunati che bravi. A volte, viene da pensare, non occorrerebbe nemmeno la fortuna. Basterebbe essere intellettualmente umili. Proporsi di battere il mercato comprendendone i fondamentali prima degli altri è pensiero forte. Cavalcare il mercato attraverso l’analisi tecnica è pensiero debole, ma è comunque pensiero. Affidarsi passivamente al ciclo eterno delle stagioni non è nemmeno Tao, è puro Zen.

Se oggi un aspirante gestore si proponesse a una società di fondi spiegando di volersi presentare al lavoro solo due giorni all’anno, uno per vendere e uno per comprare, verrebbe accompagnato alla porta scortato dalla sicurezza. Eppure il riscontro empirico è impressionante. Uno studio pubblicato nel 2002 dall’American Economic Review afferma che il Sell in May ha funzionato storicamente in 36 dei 37 mercati considerati. Gli autori, che quasi a prenderne le distanze si dichiarano per primi sorpresi dai risultati, calcolano una outperformance annuale dei mesi invernali compresa tra l’1.5 e l’8.9 per cento a seconda dei paesi considerati.

Uno studio del 2012 di Jacobsen e Zhang allarga le osservazioni su 319 anni e nota un’intensificazione della stagionalità negli ultimi 50 anni. Un aspetto meno noto è che anche la volatilità cambia. Come si può intuire è più bassa d’inverno, quando il mercato sale, e più alta d’estate.

Siamo andati a riguardare gli ultimi anni e abbiamo scoperto, buoni ultimi, che il picco del mercato, in realtà, non è in maggio ma già in aprile, come se tutti si volesse anticipare il Sell in May. Nel 2008, a dire il vero, l’SP500 inizia a crollare il 19 maggio. La discesa, come tutti purtroppo ricordiamo benissimo, è violentissima, ma il mercato si concede comunque una ripresa in novembre e dicembre, salvo ricrollare subito dal 2 gennaio.

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