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Ventimila leghe sotto i mari (2)

Gli idrati di metano, molto più dello shale gas

Le fonti energetiche, che fino a qualche anno fa erano dominate da cartelli e oligopoli, sono oggi un mercato aperto e altamente concorrenziale. Dove c’è concorrenza i margini si abbassano e i consumatori, non gli azionisti, si appropriano dei benefici.

Certo, i prezzi bassi butteranno fuori dal mercato i produttori più deboli e, nel tempo, ristabiliranno un equilibrio tra domanda e offerta. La ripresa dei prezzi alla fine ci sarà, ma sarà debole e breve, perché a prezzi più alti una grande quantità di offerta riprenderà a riversarsi sui mercati.

Hakurei, ammiraglia della flotta giapponeseNon siamo quindi molto emozionati dal rimbalzo del petrolio delle ultime ore e continuiamo a puntare sui settori che traggono beneficio dalla caduta del greggio (auto di lusso, line aeree, turismo, consumi).

Anche la Grecia, per il momento, non ci impensierisce troppo. La Germania non vuole che la Grecia esca dall’euro perché questo potrebbe produrre danni sistemici. È quindi la Merkel, non Tsipras, a trovarsi oggi nella situazione più difficile. L’America le chiede di darla vinta a Tsipras in cambio di un atteggiamento meno filorusso da parte di Atene. Cedere alla Grecia significa però incoraggiare Podemos in Spagna e spostare Italia e Francia su posizioni frondiste. Cedere, d’altra parte, significa anche pagare un prezzo alto nei confronti dell’opinione pubblica tedesca, che chiede invece di non cedere di un millimetro.

La soluzione, come sempre, sarà quella di far fare il lavoro sporco alla Bce.


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