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I due emisferi

Bond e azioni vedono il mondo con occhi differenti

Dante fu poeta ma anche politologo appassionato e colto filosofo. Leopardi scrisse l’Infinito ma anche il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, un saggio storico-antropologico straordinariamente attuale. Ogni pittore della Cristianità ha dipinto nella sua vita arte sacra ma anche arte profana. Michelangelo fu pittore ma anche scultore. Mozart, come moltissimi altri musicisti, scrisse musica sacra e musica per commedie quasi licenziose. Marie Curie ricevette il Nobel per la fisica nel 1903, ma questo non le impedì di ricevere anche il Nobel per la chimica nel 1911.

Nel mondo della gestione dei capitali, invece, vige una rigidissima separazione delle carriere. Chi entra da giovane nel mondo dei bond, da analista o gestore, potrà andare in pensione da amministratore delegato, governatore di banca centrale o pescatore di frodo, ma non ci andrà mai da gestore azionario. E viceversa, naturalmente. Chi comincia nell’azionario non finirà mai nell’obbligazionario. O di qua o di là.

Non importa se il mondo reale non è discreto ma continuo. La natura procede per ibridazione e genera ogni tanto gli ambidestri. Anche il mercato dei capitali genera sempre più spesso strumenti ibridi come i contingent capital bond, oggi bond e domani, nel caso, azioni. Centri studi come Bruegel propongono da tempo l’equitizzazione del debito pubblico europeo, la stessa cosa che chiede Tsipras ai suoi creditori per il debito greco. Il rimborso dei bond, si propone da più parti, dovrebbe rimanere a 100 solo in certe particolari circostanze, in tutte le altre verrebbe indicizzato a qualche variabile.

(Nell'immagine: Visione frontale del cervello umano)
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