Detto questo,
America ed Europa stanno tentando strade diverse per rispondere alla crisi e queste strade avranno un peso decisivo nel disegnare il mondo del dopo-Covid. La diversità è evidente su quattro piani: unità d'intenti, velocità, quantità e qualità.
Accennavamo sopra alle guerre civili culturali che dilaniano l'America da mezzo secolo, che la figura di Trump ha infiammato ulteriormente in questi quattro anni e che un anno elettorale come il 2020 porta al massimo livello. Ebbene, nonostante questo, le misure economiche prese per battere la crisi sono state tutte bipartisan. Al punto che
un Tesoro e una Fed diretti da due repubblicani hanno messo in piedi una struttura congiunta da mezzo trilione dedicata a finanziare gli stati e le città fortemente indebitati benché questi siano quasi tutti democratici e abbiano infranto per anni quella sorta di patto di stabilità interno che è l'obbligo di pareggio di bilancio inserito nella costituzione di tutti i 50 stati dell'Unione. Si noti anche che la Fed ha fatto sapere che non guarderà troppo per il sottile la qualità della carta che andrà a comprare.
La
differenza tra un senatore Rubio, anticomunista come solo un figlio di profughi cubani sa essere, che dichiara che non bisogna guardare al passato ma continuare a garantire i servizi pubblici a tutti e
il ministro olandese che fa la morale alle cicale mediterranee e
una corte costituzionale tedesca che rimprovera alla Bce qualsiasi favoritismo (anche temporaneo) nei confronti dei paesi più colpiti dalla crisi è evidente.
C'è poi una
differenza di velocità. A oggi
il governo americano ha già trasferito più di un trilione a famiglie e imprese, mentre la Commissione europea definisce ambizioso far partire il Recovery Fund nel gennaio 2021. La velocità, in questo contesto, non è solo segno di efficiente amministrazione ma necessità vitale per salvare famiglie e imprese dalla bancarotta irreversibile. Certo, in Europa molto viene fatto a livello statale e Germania e Francia sono state veloci a distribuire soldi, ma lo stesso non si può dire per altre parti dell'Unione. Ovvio poi che chi si è già messo a posto da solo non abbia molta voglia di agire a livello di Unione e faccia anzi da freno.
Quanto alla politica monetaria,
il bilancio della Fed è già cresciuto di due trilioni dall'inizio dell'anno, quello della Bce di 700 miliardi.
In termini di quantità totali di stimolo,
l'America supererà alla fine i 10 trilioni, l'Europa si fermerà molto prima quale che sia alla fine l'importo che verrà stanziato per il Recovery Fund.
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