Fabrizio Pezzani
Professore ordinario di Economia Aziendale presso l'Università L. Bocconi. E' autore di libri e pubblicazioni sui temi di governance e controllo delle amministrazioni pubbliche e private e delle relazioni tra economia, etica e società.
Christine Lagarde dopo avere seguito studi giuridici ha avuto un ruolo nei governi francesi di Villepin, di Fillon specie sul mercato del lavoro per poi svolgere un ruolo importante in uno studio legale di New York, avendo acquisito significative esperienze legislative. Il passaggio decisivo della sua carriera avviene il 28 giugno 2011 quando il comitato esecutivo del FMI la sceglie come nuovo direttore dell'Ente
in sostituzione del dimissionario Dominique Strauss-Kahn nel pieno della campagna europea di attacco finanziario all'euro, cominciata nel febbraio del 2010 con l'attacco alla Grecia, poi al Portogallo, all'Irlanda ed in agosto alla Spagna. Nel 2011 dopo l'attacco alla Libia di Gheddafi era partita dapprima in sordina la
manovra di attacco finanziario destabilizzante all'Italia che avrebbe avuto il suo culmine in settembre del 2011 portando al cambio di governo.
La nomina avviene in un momento, questo, cruciale dell'ente per la posizione che avrebbe dovuto tenere nella tempesta monetaria che colpiva l'Europa, nel pieno della tempesta Strauss-Kahn si dimette per un reato a lui attribuito di cui a distanza di un mese sarebbe stato assolto perché il reato veniva dichiarato inesistente. Nel mese precedente l'arresto, alla Brookings Institution di Washington Strauss Kahn aveva dichiarato che il FMI doveva correre ad aiutare i paesi attaccati dalla finanza (Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna) ma la sua strategia potrebbe essergli costata il posto.
In mezzo a questo turbinio della finanza con una sorta di piano di destabilizzazione dell'Italia e dell'Europa,
la Lagarde assume la presidenza del FMI e segue, accompagnandole, le manovre della finanza internazionale la cui cultura di scienza esatta e razionale non viene mai messa in discussione ma considerata verità incontrovertibile. Il FMI si muove adeguando sempre più le sue politiche sulla scorta di quelle della Fed al cui governo era Bernanke, il modello culturale di una finanza razionale non viene messo in discussione ma qualcuno comincia a parlare di "economia comportamentale" tipica delle scienze sociali come dovrebbe essere l'economia, ma viene messo in sordina.
Il FMI in questi frangenti dimostra una arrendevolezza eccessiva alle scelte della finanza speculativa perdendo così in parte la sua indipendenza che era vitale come organismo di intermediazione ma il comando del gioco era in mano alla finanza razionale e speculativa venendo meno agli scopi statutari del FMI stesso come enunciati nell'articolo 1: