(Teleborsa) -
Inflazione e prezzi alla produzione sono scesi anche a maggio, confermando una
tendenza deflazionistica che accompagna la
stentata ripresa economica post-Covid. Dati che sembrano confermare la ttese di nuove mosse espansive da parte della banca centrale cinese, in controtendenza rispetto al resto del mondo.
Secondo il National Bureau of Statistics,
l'inflazione ha registrato un
incremento tendenziale dello 0,2%, dopo il +0,1% del mese precedente e rispetto al +
0,4% atteso dagli analisti.
Rispetto al mese precedente, invece, i prezzi al consumo mostrano
un calo dello 0,2%, a fronte del -0,1% del consensus e dopo il -0,1% precedente.
La spesa delle famiglie cinesi è dunque rimasta debole, nonostante i plurimi sforzi del governo di ravvivare il commercio, che
risente ancora dell'onda lunga del Covid.
Frenano ancora i prezzi alla produzione, che si attestano ai minimi degli ultimi sette anni (da febbraio 2016), registrando un
decremento tendenziale del 4,6%, peggio delle
attese (-4,3%), dopo il -3,6% del mese precedente.
Questi dati confermano che la Cina è anche alle prese con
l'indebolimento della domanda estera e seguono i deboli dati dell'attività manifatturiera del mese di maggio diffusi nei giorni scorsi.