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Scuola: campanella e divieti di smartphone

In Alto Adige stop ai cellulari anche nei licei, a Padova la stretta anche per gli insegnanti

Economia, Scuola
Scuola: campanella e divieti di smartphone
(Teleborsa) - Un nuovo anno scolastico è iniziato e, come da tradizione, i primi a rientrare in classe sono stati gli studenti dell’Alto Adige: in totale 90.156 bambini e ragazzi hanno ripreso le lezioni ieri mattina. La riapertura è avvenuta anche in alcuni Comuni del Molise, mentre domani sarà la volta di Trentino, Veneto e Valle d’Aosta. La maggior parte delle scuole italiane tornerà in attività il 15 settembre.

A Bolzano, oltre al primato del calendario, arriva anche una novità: il divieto di smartphone non riguarda più solo le elementari e le medie, ma entra ufficialmente anche nei licei. Una misura che, però, secondo molti docenti, rischia di rivelarsi difficile da applicare con rigore: anche senza cellulare a portata di mano, gli studenti possono infatti comunicare o copiare tramite smartwatch, sempre più diffusi tra i giovani.

Laura Cocciardi, dirigente del liceo Pascoli di Bolzano, invita a riflettere su un utilizzo più consapevole della tecnologia in aula, piuttosto che su un divieto assoluto. Un approccio diverso è invece quello del liceo dei Francescani di Bolzano, dove da un anno è attivo il sistema "sotto chiave": ogni studente deposita lo smartphone in un armadietto personale a inizio lezione, chiuso a chiave dall’insegnante e riaperto solo a fine giornata. "All’inizio c’era un po’ di scetticismo, ma il metodo funziona ed è stato persino apprezzato dagli studenti", spiega il preside Wolfgang Malsiner, che conferma la validità della scelta anche per il nuovo anno scolastico. I casi di trasgressione, racconta, sono pochissimi.

Una novità che non riguarda però solo gli studenti. In Veneto, a Padova, il divieto di cellulari riguarda ora anche gli insegnanti. Con l’avvio del nuovo anno scolastico, il Comune ha deciso di vietare l’uso di telefoni e device agli educatori degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, per proteggere la fascia più delicata, quella dai 0 ai 6 anni. Una scelta maturata dopo anni di studi condotti dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova.
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