Facebook Pixel
Milano 18-mar
33.940,96 0,00%
Nasdaq 18-mar
17.985,01 +0,99%
Dow Jones 18-mar
38.790,43 +0,20%
Londra 18-mar
7.722,55 -0,06%
Francoforte 18-mar
17.932,68 -0,02%

La delegittimazione della politica e la deriva democratica


Che sia diffusa la disaffezione del popolo italiano nei confronti della politica è un fatto noto, ma che l'antipolitica divenisse il vessillo con cui rimarcare la delegittimazione della politica e dei suoi rappresentanti è, oggettivamente, una sorpresa.

Ma poi chi ha coniato il termine Antipolitica? E che cos'è questa Antipolitica? E' un momento in cui non c'è più coesione e dei dirittti di rappresentanza ce se ne appropria secondo le necessità. Alla bisogna. Questo è, con l'aggiunta che nessuno rappresenta più nessuno e con i politici delegittimati dai fatti dopo aver violentato per decenni il concetto della politica nel senso più letterale del termine. L'origine degli accadimenti si autoalimenta e se dilaga la convinzione di un crollo del sistema, il sistema prima o poi crollerà. Questo è il punto. La paura di non veder soddisfatti i bisogni primari prende il sopravvento innescando un incontrollato processo di rioccupazione degli spazi di rappresentanza impropriamente detenuti.

E' ciò che, in sintesi, sta accadendo in Italia, che si rivela, stranamente, il paese più pronto e più sensibile a seguire una deriva democratica per sottolineare che la politica tutta ha fallito, senza far intravedere un'illuminata via di uscita dal tunnel della crisi, non solo economica, in cui siamo intrappolati. Era prevedibile che il declino politico di una leadership come quella di Silvio Berlusconi, avrebbe prodotto una sorta di implosione del sistema politico, riconfigurato sull'onda del malcontento alla metà degli anni novanta; è come se per una sorta di nemesi la caduta di una breve generazione politica avvenga sotto il peso del suo peccato originale.

E questo declino riapre tutti i giochi, creando pertugi ideologici attraverso i quali l'antipolitica potrebbe dilagare con grande impeto. La speranza, per chi vede le cose in modo più realistico, è che i demagoghi dell'antipolitica sbattano il muso contro il fatto che la storia non viene mai scritta in anticipo e quindi l'esito negativo di una deriva, non necessariamente democratica, venga scongiurato trasmettendo in modo cristallino al paese l'idea che ai sacrifici che si chiedono ai cittadini corrisponda una disponibilità della casta a ridurre i propri privilegi.

L'antipolitica è la malattia infantile di una giovane democrazia come quella italiana, la cui salute è perennemente cagionevole e perciò caratterizzata da continue ricadute.

Altri Editoriali
```