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Tutta colpa dell'Europa

Doppia recessione ed immigrazione incontrollata

Ha vinto il voto di protesta, senza se e senza ma.

Da una parte è stata la Lega a fare il pieno di voti: euroscettica, vede nell'euro un cappio al collo che sta strangolando l'Italia, constata che ogni decisione di Bruxelles è ostile al nostro sistema bancario e produttivo, tambureggia quotidianamente sull'immigrazione incontrollata, che costa all'Italia ben 5 miliardi di euro l'anno.

Il problema lo aveva ben capito anche Matteo Renzi, quando era Presidente del Consiglio: inaugurando il semestre di presidenza italiana: chiese maggiore flessibilità per il disavanzo e la adozione del Migration Compact. Sul primo punto, gli venne risposto che la flessibilità già c'era, e che si sarebbe provveduto nell'ambito delle norme già emanate. Qualche sconticino ce lo hanno fatto, ma solo perché il danno maggiore era stato fatto: le manovre correttive adottate senza sosta dai governi Berlusconi, Monti e Letta, a partire dal 2008, avevano provocato nel 2011 una seconda gravissima recessione da cui siamo usciti solo cinque anni dopo. Ma la disoccupazione non è certo ritornata ai livelli pre-crisi.

Sulla questione della distribuzione dei migranti provenienti dalla Libia, a centinaia di migliaia, non c'è stato niente da fare: di mezzo c'è il Trattato di Dublino, che prevede che spetti al Paese di primo ingresso procedere al vaglio delle condizioni per concedere l'asilo. La verità è che da Bruxelles ci hanno messo alle strette anche per le condizioni, talora inaccettabili, in cui migliaia di migranti erano tenuti nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione): sono stati dispersi sul territorio, andando a riempire alberghi, pensioni ed altre strutture di ospitalità che non possono essere certo trasformate in prigioni. E così, un po' alla volta, i migranti hanno cominciato ad andare in giro per i paesi, e le città, non avendo nulla da fare se non oziare. Ed hanno cominciato a mettere su traffici illeciti, dalla prostituzione alla droga, fino al furto di giorno negli appartamenti. Uno sconcio inaccettabile. In pratica, non c'è stato niente da fare, se non cercare di dissuadere le ONG, che andavano a prendere i migranti a pochi chilometri dalla costa libica per poi sbarcarli nei porti italiani.

La Unione europea se ne è lavata le mani: mentre su richiesta della Germania, per bloccare la cosiddetta rotta balcanica, ha fatto un accordo con la Turchia, che ne ospita circa un milione ricevendo un compenso di 3 miliardi l'anno che paghiamo anche noi italiani, non ha fatto altrettanto con Egitto e Tunisia.

Di recente, anzi, il governo francese ha preparato una normativa rigorosa per rimandare indietro coloro che arrivano senza permesso: il valico di Ventimiglia è chiuso ermeticamente, così come quello del Brennero verso l'Austria.

Chi arriva in Italia deve rimanere qui: non ci sono né rimpatri verso i Paesi di origine, né redistribuzioni nell'ambito della Unione. Più beffa di così?

E, poi, chi ha stravinto è stato il Movimento 5 Stelle, che al sud ha spesso avuto quasi la metà del consenso. Anche questo è un frutto marcio della politica europea, quella del rigore a tutti i costi, della competitività che si raggiunge solo licenziando e tagliando i salari. Insomma, tutte le riforme strutturali che ci sono state imposte in questi anni, dalla legge Fornero al Job Act, dal bail-in sulle banche alla brutale accelerazione delle esecuzioni immobiliari, hanno fatto crescere una protesta sociale che non è mai stata ascoltata. Ed ora si è fatta sentire in modo fragoroso.

M5S e Lega hanno fatto il pieno di voti. Sono movimenti di protesta che non avrebbero tanto successo se l'Unione europea avesse dato testimonianza dei principi di solidarietà per cui fu istituita.

Invece di consolidarsi, l'Unione rischia di sbriciolarsi: dalla Brexit ai Paesi del Gruppo di Visegrad, ed ora al vistoso risentimento degli Italiani.

Doppia recessione ed immigrazione incontrollata.

Tutta colpa dell'Europa.

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