Bisogna spiegare ancora una volta che cosa c'è dietro: il conflitto tra Stato e mercanti. Vedete, se c'è una scuola pubblica, oppure un ospedale pubblico, oppure una pensione pubblica, oppure una strada pubblica, il loro costo si paga con le tasse. Ma non c'è lucro, non si distribuiscono utili. Si dice che c'è inefficienza e corruzione, perché i privati gestiscono meglio l'istruzione, la sanità, la previdenza, le autostrade: si fanno pagare, ovviamente, ma incassano anche un profitto.
Questo è il tema di fondo: dove c'è lo Stato, dove ci sono i poteri pubblici, non c'è profitto. E' una mera redistribuzione attraverso i servizi di quanto è stato prelevato con le tasse. L'accusa di inefficienza, le insinuazioni sulla corruzione servono a convincere i cittadini che è meglio farsi erogare questi servizi dai privati.
Per ogni euro di servizi erogati dallo Stato, nelle scuole, nelle Università, nella Sanità, c'è un euro di fatturato in meno per i mercanti. C'è un euro di fatturato in meno su cui fare profitto.
L'obiettivo dei mercanti è lo Stato minimo, lo Stato inesistente: tutto deve essere privatizzato, con gli arbitri privati al posto dei giudici ed i contractors al posto dei soldati.
Il ricatto dei mercanti si gioca sul cambio delle valute o sui titoli pubblici, vendendo allo scoperto per deprezzarli. Ma l'obiettivo è il potere: rintuzzare ogni velleità degli Stati di svolgere attività che riducano il fatturato dei mercanti.
E' chiaro, quindi, che il governo giallo-verde non aveva altra scelta che dar seguito al proprio programma elettorale, sfidando i mercanti.
Non esiste nessuna Troika che possa commissariare l'Italia. Il Fmi internazionale non ha i fondi sufficienti, e men che meno ne ha l'ESM.
E' una guerra di potere.
Stati contro mercanti.
Mandati via subito dai mercanti, oppure a maggio dagli elettori?
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