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5G: un’asta idiota

La Stato incassa le risorse che andavano investite in innovazione

Sarà una rivoluzione, perché molti oggetti saranno connessi ed interconnessi tra loro: si dice, ad esempio, che un sensore piazzato su un singolo componente di un motore consente di avvertire dell’approssimarsi di un guasto. E’ impossibile cablare tutti questi oggetti, che invece saranno dotati anche di sistemi passivi in modo da funzionare come tanti specchi-radio fornendo informazioni.

Di fronte a questa prospettiva, che richiede investimenti in innovazione colossali, è assolutamente irrazionale spompare gli operatori di telecomunicazioni.

Le aste si fanno solo per un motivo: per evitare che gli operatori usino più frequenze di quelle che sarebbero necessarie in una rete ben realizzata. Se fossero concesse gratuitamente, gli operatori chiederebbero allo Stato di utilizzare più frequenze anziché fare investimenti per aumentare il numero delle stazioni radio sul territorio riutilizzando a scacchiera quelle già assegnate.

Togliere tutti questi miliardi agli operatori di telecomunicazione per assegnare le frequenze con questo tipo di asta competitiva è stato un assurdo. Ora si dovranno indebitare ulteriormente per poter cominciare a lavorare: una idiozia vera e propria

Si doveva fare ben altro: assegnarle sulla base di piani di investimento ambiziosi, per introdurre soluzioni tecnologiche innovative a vantaggio dei cittadini e dello sviluppo delle imprese.

La Stato incassa le risorse che andavano investite in innovazione.

5G: un’asta idiota.

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