Ci sono poi circa 50 miliardi netti annui di avanzo delle partite dei pagamenti correnti che affluiscono in Italia dal Resto del mondo.
Bisogna puntare a fare come in Giappone:
detenere all'interno la maggior quota possibile di debito pubblico.
Non basta votare. Non serve fare la faccia feroce e chiedere il cambiamento delle regole.
Fino a che i mercati, soprattutto internazionali, avranno in mano una quota consistente del debito italiano, ci sarà poco da fare.
Non è contro l'Unione europea che bisogna combattere: non basta affermare che le regole sono tanto ferree quanto controproducenti per lo sviluppo, per l'occupazione e per il futuro dell'Italia. Minacciare di far saltare tutto può apparire praticabile quando si sta all'opposizione, ma stando al governo è ben più rischioso.
Non basta un Contratto di governo tra le forze politiche che lo sostengono.
Serve un Patto di Libertà con i Cittadini: se terranno loro in mano il debito pubblico, saranno loro a controllare, ad esigere comportamenti corretti, efficienza e capacità di crescita.
Le famiglie italiane sono sufficientemente mature per affrontare questo passaggio, dopo aver assistito impassibili negli anni Novanta alla svendita di tutto il patrimonio mobiliare pubblico, che era stato costruito in decenni, con le loro tasse.
La Sovranità si riconquista.
Un Patto di Libertà, per ricomprarsi il debito.Sovrani, solo se padroni del Debito.(Foto: © David Carillet/123RF)
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