Facebook Pixel
Milano 10:02
34.125,12 +0,55%
Nasdaq 25-apr
17.430,5 0,00%
Dow Jones 25-apr
38.085,8 -0,98%
Londra 10:02
8.117,69 +0,48%
Francoforte 10:02
18.025,44 +0,60%

MES-sanitario, i tontoloni e gli strozzini

Scontro finale, tra fautori e detrattori del ricorso al MES


Ci sono voci fortemente critiche rispetto a questa prospettiva: il MES eroga fondi solo a condizioni severe, come è prescritto nel suo Statuto e nell'articolo 136, terzo comma del Testo Unico sul funzionamento della Unione europea, e la stessa Commissione attiva la procedura di monitoraggio sul Paese percettore.

Si sospetta, soprattutto, che il ricorso al MES-sanitario sia solo una scorciatoia: si dà per certo, infatti, che nel corso dell'autunno, a causa della riduzione delle entrate fiscali e della eccessiva onerosità del ricorso ai prestiti sul mercato, la situazione sociale e finanziaria italiana si farà drammatica, e si dovrà chiedere un intervento massiccio del MES con l'attivazione dell'OMT, la procedura che consente alla BCE di comprare titoli di Stato senza limiti prefissati.

Una super Troika presidierebbe l'Italia, dettando condizioni draconiane: sarebbe un passaggio assai semplice, però, visto che con il MES-sanitario il commissariamento dell'Italia sarebbe già stato incardinato, vista la necessità di valutare comunque ed in continuazione la sostenibilità del debito del Paese beneficiario del prestito sanitario. La Troika c'è già, in Italia, pronta a calare la mannaia in autunno.

I sostenitori del ricorso al MES-sanitario sanno bene che serviranno una decina d'anni per rimborsare il prestito: fino al momento del saldo, l'Italia rimarrà strettamente vigilata.

Passiamo da un imbroglio istituzionale all'altro.

Prima abbiamo rinunciato alla politica di bilancio ed alla leva monetaria della Banca d'Italia, firmando ad occhi chiusi il Trattato di Maastricht nel 1992: doveva essere una disciplina ferrea che avrebbe dovuto portare al risanamento finanziario, ed invece ci ha lasciati in balia quotidiana dei mercati, con uno spread che sale e scende che è un sollucchero per chi specula. La Banca d'Italia, infatti, da allora non può più intervenire per stabilizzare i tassi di interessi sul debito pubblico. Non abbiamo avuto nessun vantaggio, solo minore crescita dell'economia a causa dell'enorme quantità di miliardi usati per tenere il saldo primario in attivo. Denari sudati, pagati con le tasse, che sono andati alla rendita finanziaria.
Condividi
"
Altri Editoriali
```