Le
relazioni con il vertice politico della Cina sono intrattenute direttamente ed insieme alla Germania e non rispettano nessun protocollo europeo: non è stato coinvolto né il Presidente del Consiglio europeo
Charles Michel, che pure secondo il Trattato rappresenta l'Unione al massimo livello nelle relazioni internazionali, e tantomeno ha partecipato
Josep Borrell che riveste il ruolo di Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
Le
istituzioni bruxellesi si confermano per quello che sono nella realtà: uno
scenario di cartapesta che fa da sfondo alle iniziative politiche di Francia e Germania, con le comparse che recitano un copione scritto da altri. Vengono certamente invitate ai Vertici internazionali, per farsi fotografare accanto a chi conta e che decide davvero.
Le relazioni dirette di Francia e Germania con la Cina prendono spunto dalla necessità di preparare gli incontri ufficiali, dal
COP 15 che si terrà a Kunming, al
G20 che si terrà a Roma: si parla un po' di tutto, ad esempio delle questioni ambientali e del debito estero dei Paesi più poveri. Ma poi si arriva ai veri nodi, ad esempio l'accesso al mercato cinese da parte delle imprese europee a condizioni di reciprocità: questo è quello che sta a cuore alle aziende francesi e tedesche. Naturalmente, non sono mancati i richiami al rispetto in Cina dei Diritti dell'Uomo e della lotta al lavoro forzato: è il refrain che sta tanto a cuore all'America di Joe Biden.
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