Da una parte, soprattutto per l'impulso della Presidenza di Barack Obama,
gli Usa avevano lanciato due proposte sostanzialmente simmetriche.
Con la
TPP (Trans Pacific Partnership) intendevano rafforzare le relazioni tra una serie di Paesi sul
versante dell'Oceano Pacifico, fino a coinvolgerne ben 12 (Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti, Vietnam). Fu subito notata la
mancanza della Cina: la si interpretò come una maniera con cui l'America cercava di isolarla rispetto a tutti gli altri Paesi dell'area, visto che aderendo a quel Trattato avrebbe perso i benefici che le spettano sulla base del Trattato WTO in quanto è ancora classificata come un Paese in via di sviluppo.
Il TTP fu firmato nel 2016 ma non entrò mai in vigore, perché il 20 gennaio 2017 il Presidente Donald Trump, appena insediatosi, decise di revocare l'adesione.
Con il
TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) si operava sul
versante Atlantico, con una trattativa bilaterale tra USA ed UE. Il testo concordato nel 2014 con la Commissione europea subì critiche assai dure sia dalla Germania che dalla Francia, che lo definirono sbilanciato a favore degli Usa.
Parallelamente, si sono sviluppate due iniziative, di cui una (RCEP) ha avuto successo, e l'altra (Unione Euromediterranea) è stata immediatamente fatta affondare.
Sul versante orientale, parallelamente alle trattative per il TPP, si è andata via via formalizzando a partire dal 2012 l'intesa che ha portato nel 2020 alla firma del Trattato RCEP.
Sul versante occidentale, la strategia volta a creare
l'Unione Euromediterranea era stata inaugurata nell'estate del 2008, ed anche il
Trattato di particolare amicizia tra Libia ed Italia firmato in agosto ne faceva parte. In prospettiva, si sarebbe allargato al Mediterraneo quel sogno di prosperità e di pace che aveva ispirato la creazione in Europa della CEE, abbracciando un'area vastissima, un bacino unico nella storia dell'umanità, in cui vivono centinaia di milioni di persone e soprattutto moltissimi giovani, ricchissima di risorse energetiche ma priva di prospettive di sviluppo.
Prima il ciclone della crisi finanziaria americana del settembre 2008 ha sconvolto il mondo,
poi le Primavere arabe hanno destabilizzato Tunisia, Egitto, Libia e Siria, assestando il colpo di grazia a questa iniziativa che era nata sotto l'egida franco-egiziana e che non era stata mai vista con favore né dalla UE né dalla Germania.
Tutta l'attenzione si è spostata verso la crisi in Ucraina, la guerra in Siria, la stabilizzazione della Libia. Per un intero decennio, l'Unione Europea si è dovuta arrabattare per difendere l'euro dal collasso ed ha visto l'uscita dalla Gran Bretagna.
Dentro la Cina, fuori gli USA e niente EuropaRCEP, un mondo Pacifico
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