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Terzo Shock Energetico per l'Europa?

Dalla Carbon Tax alla Carbon Inflation

Mentre tanti governi pensavano di penalizzare i consumi di energie di origine fossile, finanziando con la Carbon Tax gli investimenti in energie rinnovabili, la Carbon Inflation sta aumentando i proventi dei Paesi produttori di energie fossili mettendo l'Europa in difficoltà: era già successo nel 1973 e poi nel 1980.

Paradosso nel paradosso, per ridurre le bollette dei consumatori, in questi giorni il governo italiano sta cercano di plafonare gli enormi profitti incassati dai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili che incassano il prezzo marginale, stratosferico, che dipende dal gas contrattato sul mercato spot.

In pratica, per abbassare le tariffe elettriche e del gas, non solo si impiegano i proventi fiscali che derivano dalle aste di aggiudicazione dei diritti di emissione della CO2, ma si spostano tutte le risorse fiscali a favore dei venditori di gas: una beffa.

Non è roba di altri tempi, di un passato remoto da leggere sui libri di Storia: il prezzo e l'approvvigionamento di energia, petrolio e gas, sono un fattore di scontro economico e geopolitico.

Che si tratti del prezzo del petrolio, impennatosi con la crisi del 1973 determinata dal blocco di Suez e dalla guerra del Kippur, e poi nel 1980 per la detronizzazione dello Scià Reza Pahlavi e l'ingresso trionfale dell'Ayatollah Khomeyni, ovvero del prezzo del gas, che di questi tempi affluisce in Europa provenendo principalmente dalla Russia, sono i cittadini a pagare il prezzo di questi conflitti.

Ci sono due fattori da considerare: i costi di estrazione e la distanza dai mercati di consumo. A basso costo, principali esportatori netti di petrolio, per l'Europa ci sono i Paesi dell'OPEC, concentrati nel Golfo Persico; mentre la Russia, il Kazakistan ed il Qatar lo sono per il gas. Seguono l'Algeria e la Libia, a Sud. Le forniture da altri Paesi del bacino mediterraneo sono futuribili. L'Europa non ha alcuna indipendenza energetica, e quindi dipende in tutto e per tutto dalle importazioni dall'estero: solo la Germania e la Polonia hanno giacimenti di carbone di rilievo. Per la Gran Bretagna, che ha chiuso le miniere negli anni Settanta, i giacimenti di petrolio del Mare del nord sono ormai in esaurimento.
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