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Terzo Shock Energetico per l'Europa?

Dalla Carbon Tax alla Carbon Inflation


Anche qui, la Energy Inflation in corso potrebbe essere uno strumento di pressione geopolitica, per condizionare l'Europa come accadde già nel '73 con la prima crisi petrolifera. Da allora, cambiando repentinamente e strutturalmente i rapporti di cambio tra manifattura e petrolio, l'Europa fu messa alle strette: mentre il suo import energetico aumentava, le esportazioni crollavano per il maggior costo incorporato.

Nell'80, poi, le conseguenze della seconda crisi petrolifera furono devastanti per l'Europa e per l'Italia, perché si sommarono all'effetto recessivo che era determinato dalla contemporanea stretta monetaria statunitense, con i tassi di interesse che andarono alle stelle insieme ai prezzi del petrolio: i capitali, non solo quelli europei, fuggirono tutti negli Usa per finanziare Wall Street ed il deficit americano.

Visto che l'Europa, a differenza degli Usa, non ha nessuna autonomia energetica, e che pure la Cina importa enormi quantità di carbone e di gas dall'estero, indispensabili per mandare avanti l'enorme produzione manifatturiere, si creerebbero le condizioni per nuovi equilibri economici globali.

Per quanto ci riguarda, l'escalation delle tensioni in Ucraina potrebbe portare a nuove sanzioni economiche verso la Russia, magari colpendo le sue esportazioni di gas verso l'Europa. A quel punto, il cerchio si chiuderebbe, con i prezzi del gas che dovranno rimanere molto alti, per pagare le importazioni via mare del LNG dagli Usa e dal Qatar: una prospettiva improba, ai limiti della praticabilità. Sarebbe un ennesimo shock energetico, il terzo in cinquant'anni.

Dalla Carbon Tax alla Carbon Inflation

Terzo Shock Energetico per l'Europa?
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