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Terzo Shock Energetico per l'Europa?

Dalla Carbon Tax alla Carbon Inflation


La Russia è collegata all'Europa ed alla Cina mediante gasdotti, mentre gli Usa, che hanno una piena indipendenza energetica fino ad essere diventati esportatori netti di GNL con la estrazione dello shale gas, che ha costi di estrazione molto elevati, sono marginali nell'export verso l'Europa, così come il Qatar: i costi del trasporto del gas via mare e le necessarie infrastrutture di stoccaggio per la liquefazione e le rigassificazione rendono complesso ed assai costoso il loro export, rispetto alla continuità dell'approvvigionamento che può essere effettuato attraverso le condotte fisse di gas come quelle che collegano direttamente l'Italia con la Libia, l'Algeria, il Kazakistan, o l'Austria che è collegata ai gasdotti russi.

Concentriamoci sull'Europa e sulla transizione energetica che porterebbe alla decarbonizzazione della produzione industriale all'orizzonte del 2050: questo obiettivo comporta l'azzeramento delle emissioni nette di CO2 nell'atmosfera al fine di contrastare l'aumento della temperatura. Significa rinunciare progressivamente alle fonti di energia fossile, dal carbone al petrolio, fino al gas, per sostenere la produzione da fonti rinnovabili come il solare, l'eolico e forse anche il nucleare.

La leva politica sta nella Carbon Tax: una imposta sui consumi energetici che oggi derivano prevalentemente da fonti fossili. Questa tassa va aumentata un po' alla volta, per rendere competitivi, finanziandoli con questi proventi, i nuovi investimenti nel settore della energia elettrica da fonti rinnovabili, che oggi hanno un costo di produzione assai più alto rispetto a quello della energia da fonti fossili.

Questa politica a favore delle fonti energetiche rinnovabili avrebbe portato all'azzeramento dei vantaggi competitivi dei paesi esportatori di prodotti energetici fossili, dal petrolio al gas: dall'Arabia Saudita alla Russia, passando per la Nigeria e per il Qatar, tutte sarebbero tornate economie povere, private di questi straordinari proventi dell'export.

Ebbene, proprio mentre a livello europeo è stato messo a punto un sistema di aste per l'assegnazione di diritti di emissione di CO2 fra i produttori di energia, rendendo più costoso l'uso delle fonti più inquinanti come il carbone rispetto a quelle che hanno emissioni praticamente nulle come l'idroelettrico o l'eolico, i prezzi mondiali del gas sono schizzati alle stelle ed i beneficiari sono i Paesi produttori di fonti energetiche fossili, e non solo la Russia.
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