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Necessari Processi di Riequilibrio

Saldi commerciali strutturali eccessivi, attivi e passivi, portano a crisi e conflitti


Non c'è dubbio che dietro tutta questa corsa alla Green Economy ci siano interessi finanziari enormi e la voglia di cambiare profondamente alcuni equilibri geopolitici: togliere di mezzo il carbone ed il petrolio, usando il gas nella fase di transizione, ha un impatto enorme sui flussi di spesa che si muovono annualmente per questi acquisti di fonti energetiche di origine fossile.

Il quadro di riferimento globale è quello del COP, la strategia dell'ONU volta ad assicurare una metrica comune ed affidabile per verificare il rispetto dei traguardi di riduzione delle emissioni di CO2, fino alla parità tra emissioni ed assorbimenti prevista per metà secolo.

Peraltro, a livello di accordi internazionali, ci sono Paesi di straordinaria importanza in termini di produzione, di consumi energetici e di emissioni, come la Cina, che è rimasta ferma ad impegni a più lungo termine, ed altri come l'India che traguardano addirittura il 2070. Praticamente, è una scadenza che arriva tra mezzo secolo: a guardarsi indietro, è lo stesso tempo che è passato dal 1973 ad oggi.

Nessuno può davvero prevedere che cosa succederà nei prossimi cinquant'anni.

E neppure bisogna illudersi che se ne stiano tutti con le mani in mano: visto che l'Unione europea ha deciso di vietare a partire dal 2035 la immissione in commercio di automobili con motori a combustione interna, la Cina si sta già attrezzando da tempo per produrle in casa ed esportarle da noi, battendo la concorrenza delle produzioni europee. Forse anche di quelle americane, anche se un dubbio rimane, visto che tra dazi e sanzioni il quadro della competizione commerciale è sempre più frastagliato: la legge americana (IRA) che prevede un sussidio pubblico per gli acquisti di auto elettriche, all'inizio era stata formulata in modo da limitarne la erogazione solo nel caso delle auto fabbricate negli USA. La Commissione europea si è lamentata, e sembra che questa esclusiva sia stata rimossa.

Bisogna guardare intanto al quadro di insieme, fatto di squilibri.

Il disavanzo commerciale degli Stati Uniti per merci è enorme ed insostenibile. Devono ad ogni costo ridurlo, perché altrimenti ne va della stabilità del sistema: non possono peggiorarlo ogni anno di 100 miliardi di dollari che vanno finanziati.

Neppure gli avanzi commerciali strutturali di Germania e Giappone sono sostenibili: sono sistemi sociali che lavorano prevalentemente per le esportazioni. Hanno accumulato posizioni finanziarie attive impressionanti, ricchezza finanziaria sull'estero, in investimenti azionari, partecipazioni e crediti di ogni genere. Valori che dipendono, quanto a stabilità, dalla solidità stessa dei Paesi in cui hanno investito.
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