I dati sono ufficiali: il Congressional Budget Office ha appena rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PILreale per l'intero 2023 che aveva formulato a maggio dell'anno scorso: dal +2,2% le ha portate allo +0,1%. E' un dato che è stato arrotondato per difetto, per prudenza, rispetto al +0,165% che viene riportato nelle tabelle allegate alla relazione annuale sul bilancio federale.
In ogni caso,
per il 2023 è stagnazione: il dato del Valore aggiunto reale lordo per il settore non agricolo (
Real Gross Value Added: Non Farm Business) è infatti stimato pari a 0,0%.
Il
PIL nominale, invece, quello che tiene conto dell'inflazione, crescerebbe del 3,1% anziché del 4,5% previsto un anno fa. C'è però da sottolineare che in questo caso per "inflazione" non si intende l'aumento dei prezzi al consumo per le famiglie, ma il "
deflatore del PIL", un dato che comprende tutta una serie di variazioni di prezzi, da quelli delle importazioni a quelli della produzione: in questo caso sarà del 3% (3,1% - 0,1%) mentre era stato previsto del 2,3% (4,5% - 2,3%).
Le previsioni relative all'inflazione dei prezzi al consumo,
CPI-U (Consumer Price Index–Urban), sono state portate
per il 2023 al +4% rispetto al +2,7% previsto un anno fa. Per il 2024, la previsione è del +2,4% rispetto al +2,3% sempre previsto un anno fa.
La conclusione è poco confortante:
nel 2023 la previsione di crescita del PIL reale dell'economia americana è stata azzerata (+0,1% anziché +2,2%), mentre sia il deflatore del PIL (+3% anziché +2,3%) che l'inflazione dei prezzi al consumo (+4% anziché +2,7%) sono stati rivisti al rialzo.
Niente paura, però. Sempre
secondo il CBO, la situazione in prospettiva è addirittura migliorata, visto che secondo le nuove previsioni nel periodo 2024-2026 il PIL reale crescerebbe in media del 2,5% l'anno anziché dell'1,5% come era stato stimato nella primavera dell'anno scorso. Per la precisione, nelle tabelle si prevede solo un +1,7% nel 2024, poi un +2,7% nel 2025 ed infine un +2,4% nel 2026.
"