(Teleborsa) - Non solo il Ministero dell'Istruzione
assumerà meno personale scolastico del dovuto, ma farà pagare a caro prezzo i nuovi contratti a tempo indeterminato.
E' un duplice allarme, quello lanciato oggi dall'associazione sindacale
Anief.
Secondo i
numeri sull'immissione di ruolo forniti ai sindacati, entro il prossimo 31 agosto
verranno assunti 28.781 nuovi docenti, di cui 15.439 su posto comune e 13.342 su sostegno,
più 4.599 di personale Ata.
Poco più della metà dei posti disponibili , spiega l'Organizzazione, in quanto sono stati esclusi 6 mila docenti delle discipline, 7 mila di sostegno, 13 mila Ata e i circa 4 mila "Quota 96" a cui il Governo sta dando il via libera proprio in questi giorni.
Ma oltre che pochi,
i contratti a tempo indeterminato del 2014 potrebbero essere anche pagati a caro prezzo, denuncia l'Anief: l'amministrazione ha infatti comunicato ai sindacati che
ai neo-assunti non verrà corrisposto il primo scatto stipendiale, fissato per contratto a due anni dall'immissione in ruolo.
Chi non ha nemmeno un giorno di supplenza, come i vincitori del concorso a cattedra, dovrà attendere compimento del nono anno di servizio per vedersi incrementare lo stipendio che è già tra i più bassi dell'area Ocde e che nell'ultimo biennio è stato addirittura superato dall'inflazione di oltre 4 punti percentuali.
"Chiedere di allungare ulteriormente l'abolizione del primo gradone stipendiale, come vorrebbe la Ragioneria dello Stato, sarebbe una vera ingiustizia perché significherebbe raffreddare la loro carriera per mantenere una condizione di invarianza finanziaria sottoscritta illegittimamente tre anni prima. Il sindacato ha calcolato che negli ultimi tre anni, questo 'giochino' è costato agli immessi in ruolo tra i 2 mila e i 7 mila euro" spiega
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.