(Teleborsa) - E' salito a
24,5 miliardi di euro il volume d’affari complessivo annuale delle
agromafie che fa registrare, purtroppo, un balzo in avanti del
12,4% nell’ultimo anno con una
crescita che sembra non risentire della stagnazione dell’economia italiana e internazionale, immune alle tensioni sul commercio mondiale e alle barriere circolazione delle merci e dei capitali. Lo dice il sesto Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla
criminalità nell’agroalimentare. Una rete
criminale che si incrocia perfettamente con la
filiera del cibo, dalla sua
produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita. Registrano un
balzo del
59% nel 2018 le notizie di reato nel
settore agroalimentare che si estendono ai principali comparti, dal
biologico al
vino, dall
'olio all'
ortofrutta, passando per
conserve e cereali. I settori agroalimentari più colpiti da truffe e reati nel 2018 sono il
vino con +75% nelle notizie di reato, la
carne dove sono addirittura raddoppiate le frodi (+101%) e le
conserve con +78%.
"Le agromafie sono diventate molto più complesse e raffinate e non vanno più combattute solo a livello militare e di polizia ma vanno contrastate a tutti i livelli: dalla produzione alla distribuzione fino agli uffici dei colletti bianchi dove transitano i capitali da ripulire, garantendo al tempo stesso la sicurezza della salute dei consumatori troppo spesso messa a rischio da truffe e inganni solo per ragioni speculative", dice il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.