(Teleborsa) - "
Non è un business strategico per il nostro futuro da leader delle tecnologie sanitarie”. Queste le parole dell’Ad della multinazionale olandese Philips,
Frans van Houten, per annunciare la futura vendita del settore dei casalinghi che comprende anche la bolognese
Saeco, acquistato ormai 11 anni fa, nel 2009.
Torna dunque la
paura per i 280 dipendenti dell'azienda di
Gaggio Montano, uno dei più grossi insediamenti produttivi dell’appennino - che produce macchine da caffè automatiche- già finita in passato attraverso diverse fasi di ristrutturazione e tagli. Ultima crisi, in ordine cronologico, quella del
2015 quando l'intera comunità del paese si mobilitò contro gli
esuberi.A sindacati e dipendenti, riferiscono i media bolognesi, la novità è stata comunicata dai
dirigenti italiani del sito, che hanno ricevuto una mail dell'amministratore delegato. Per
l'11 febbraio è stata indetta un'assemblea. "Abbiamo avuto un serrato incontro in azienda - dice Marino Mazzini della Fim Cisl - e i dirigenti ci hanno detto che non sono a conoscenza di questo cambiamento che la proprietà vuol fare, cioè un'altra società dove mettere dentro il piccolo elettrodomestico che comprende la macchina da caffè.
Vogliamo capire se si vende tutto il pacchetto oppure se si scorporano i vari settori. I tempi della vendita sono nell'arco di 12-18 mesi e abbiamo la sensazione che ci sia già un acquirente".
"I lavoratori sono preoccupati, perché già in passato hanno subito riorganizzazioni - aggiunge Caterina Bilotti, della Fiom Cgil - Vediamo
come verrà gestita l'operazione". "Non sarebbe la prima cessione, vogliamo
capire le intenzioni dell'azienda", dice il sindaco Maria Elisabetta Tanari.
La Saeco è nata nel 1981 a Gaggio Montano e nel '99 l'acquisizione di Gaggia ne ha rafforzato la vocazione alla ricerca dell'eccellenza italiana per il caffè. Dal
2009, con l'ingresso di Philips, si è posizionata come azienda italiana in grado di
coprire l'intera offerta di macchine per il caffè.