(Teleborsa) - Il governo si prepara a sbloccare i concorsi nella scuola aprendo le porte all'inserimento di 70 mila nuovi docenti in modo da centrare l’obiettivo del
PNRR. È quanto è emerso nel corso di un incontro tra il
ministero dell’Istruzione e del merito e le
sigle sindacali che hanno chiesto anche di aggiornare le regole delle selezioni. L'incontro è stato chiesto proprio dai sindacati per iniziare a ragionare di come cambiare, a fondo, l’attuale sistema di
reclutamento degli
insegnanti che ogni anno lascia scoperte cattedre stabili e insoddisfatti migliaia di precari. L’idea del Ministero di Viale Trastevere è procedere con bandi annuali.
Un cambio di sistema sembra ormai inevitabile anche guardando ai
numeri. Lo scorso settembre, nonostante sette diverse
procedure assunzionali aperte dai governi precedenti, si è riuscito a coprire a malapena un terzo dei posti scoperti: il 28,6%, che diventa il 41% se si sommano i titolari di un contratto a
tempo determinato da confermare in ruolo a settembre prossimo. Una situazione quasi del tutto analoga a quella registrata nel 2021 quando su oltre 112mila cattedre autorizzate a essere coperte stabilmente ne erano andate in porto circa la metà, costringendo i presidi a nominare supplenti fino in inverno inoltrato.
Il flop delle
regole vigenti ha determinato anche per quest’anno la presenza in cattedra 217mila precari, nonostante il superamento dell’organico temporaneo
Covid, non più rinnovato, che aveva gonfiato i numeri dell’ultimo biennio. Una situazione ormai fuori controllo: considerando i circa 850mila docenti attualmente in cattedra, il 25%, vale a dire uno su quattro, è un supplente.