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In rosso Wall Street: l'inflazione PCE spaventa gli investitori

Commento, Finanza
In rosso Wall Street: l'inflazione PCE spaventa gli investitori
(Teleborsa) - Giornata da dimenticare per Wall Street, con le azioni in netto ribasso e i rendimenti dei Treasury in aumento, dopo che i dati macroeconomici usciti prima dell'apertura hanno mostrato che la spesa per consumi personali è aumentata più delle attese a gennaio, aumentando i timori che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse più alti più a lungo. In particolare, preoccupa l'andamento dell'indice core PCE, misura di inflazione utilizzata dalla banca centrale statunitense.

"Questa non era la notizia che la Fed o gli investitori speravano e, pertanto, ci aspettiamo che i mercati si adattino alla probabilità che la Fed debba aumentare i tassi e mantenerli più a lungo di quanto previsto in precedenza - ha commentato Greg Wilensky, Head of US Fixed Income presso Janus Henderson - I dati più caldi sull'inflazione, insieme alla continua forza del mercato del lavoro e della spesa dei consumatori, indicano che la Fed ha ancora del lavoro da fare sul fronte dell'inflazione.

Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che il rapporto di oggi "mostra che abbiamo compiuto progressi sull'inflazione, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare".

Intanto, Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank of Cleveland, ha affermato che i tassi di interesse chiave devono salire oltre il 5% e rimanere lì per un po' di tempo e che "la Fed deve fare un po' di più sul nostro tasso ufficiale per assicurarsi che l'inflazione stia tornando verso il basso".

Philip Jefferson, membro del Board of Governors della Federal Reserve, ha invece detto che "la Federal Reserve sta affrontando l'esplosione dell'inflazione prontamente e con forza per mantenere quella credibilità e per far rimanere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine".

Giornata “no” per la Borsa USA, in flessione dell'1,41% sul Dow Jones; sulla stessa linea, giornata da dimenticare per l'S&P-500, che retrocede a 3.950 punti, ritracciando dell'1,56%. Pessimo il Nasdaq 100 (-2,23%); con analoga direzione, in forte calo l'S&P 100 (-1,67%).

La sola Blue Chip del Dow Jones in sostanziale aumento è JP Morgan (+0,59%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su Boeing, che prosegue le contrattazioni a -4,86%. Si concentrano le vendite su Microsoft, che soffre un calo del 2,34%. Vendite su Apple, che registra un ribasso del 2,29%. Seduta negativa per Intel, che mostra una perdita del 2,25%.

Sul podio dei titoli del Nasdaq, Intuit (+1,75%) e Mercadolibre, (+0,58%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su Autodesk, che prosegue le contrattazioni a -11,70%. Sensibili perdite per Adobe Systems, in calo del 7,53%. In apnea Lucid Group, che arretra del 5,84%. Tonfo di Rivian Automotive, che mostra una caduta del 5,78%.
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