(Teleborsa) - Tornano i riflettori questa settimana sulle decisioni delle banche centrali, dopo che la BCE ha deciso di andare avanti con un nuovo ritocco al rialzo, che potrebbe anche essere l'ultimo, secondo le aspettative dei mercati formatesi a seguito delle dichiarazioni di Lagarde.
BCE si ferma, spaventata dalla recessioneLa BCE questa settimana ha portato i tassi d'interesse al 4,5%, alzandoli di altri 25 punti base, perché l'inflazione nell'Eurozona non è completamente domata e, soprattutto quella di fondo, che esclude alimentari ed energia, resta indesideratamente elevata.
Madame Lagarde, la Presidente della BCE, ha però dichiarato "riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo". E quindi ha annunciato che la BCE si fermerà su questi livelli dei tassi, che verranno mantenuti per un lungo periodo.
La decisione è stata presa perché l'Eurotower deve combattere un altro nemico: la recessione. Le più recenti stime della Commissione europea hanno ridotto le stime di crescita economica dell'Eurozona ed addirittura hanno preventivato una recessione per la Gwermania quest'anno.
Powell non tema la recessione ma si prende una "pausa" In USA. invece, non c'è timore di recessione. I dati lo hanno definitivamente escluso, benché la Segretaria al Tesoro USA Janet Yellen (ed ex Presidente della Fed) qualche tempo fa avesse paventato una brusca frenata dell'economia. L'inflazione resta invece un nemico da combattere, soprattutto perché preoccupa la spirale rialzista prezzi-salari.
Ma la
banca centrale americana aveva bisogno di
prendere fiato dopo un periodo prolungato di aumenti consecutivi del costo del denaro. E così, a fine estate, nella cornice di Jackson Hole, in Wyoming, il Presidente Powell ha preannunciato un
breve stop, che sarà probabilmente seguito da
un altro rialzo entro la fine dell'anno e poi un periodo prolungato di tassi elevati. Ma quando di fermerà definitivamente la banca centrale USA? E cosa dirà Powell questa settimana?
Secondo gli analisti di Allianz "siamo alle soglie di quello che si potrebbe definire il
finale della partita della Fed. È ormai sempre più evidente che i tassi di riferimento sono prossimi al picco. Tuttavia, secondo noi il processo di inasprimento monetario non è ancora concluso". Per la banca d'affari "la Federal Reserve può
giocare la fase finale in modo attivo o passivo. Un coinvolgimento attivo potrebbe naturalmente consistere in un ulteriore incremento dei tassi di riferimento volto a minimizzare il rischio di inflazione persistente. Tuttavia potrebbe anche essere espresso tramite le previsioni fornite dalla Federal Reserve in merito alla crescita, all’inflazione e, di fatto, al tasso di riferimento stesso".
Per gli esperti di Robeco, "qualsiasi colpo di scena della riunione potrebbe scaturire da potenziali modifiche al
Summary of Economic Projections, ai "punti" e al tono della dichiarazione e della conferenza stampa", ma si ritiene "
improbabile che il presidente Powell manifesti un'inclinazione dovish, poiché vorrà mantenere la possibilità di alzare nuovamente i tassi senza sconvolgere il mercato. Allo stesso tempo, però, Powell probabilmente
porrà l'accento sulla fiducia nei dati che consentiranno di ottenere nuove informazioni sulle tendenze generali dei mercati del lavoro e dell'inflazione al consumo prima che la Fed prenda una decisione".
Cina alle prese con una crisi epocaleLa Cina continua ad annaspare fra una crescita storicamente bassa per un'economia emergente ed una crisi epocale del mercato immobiliare. Una cane che si morde la coda: i costruttori non vendono più, le famiglie in difficoltà non acquistano più casa e la crisi di aggrava. Per questo la banca centrale sta tentando di porre rimedio alla crisi con una serie di strumenti: riversando
ingenti quantità di denaro nel sistema, riducendo i tassi di interesse praticati sui prestiti, abbassando le riserve obbligatorie delle banche in modo da convincerle a prestare di più.
La People Bank of China questa settimana è intervenuta di nuovo, sia sul coefficiente delle banche sia sui tassi a breve, iniettando anche liquidità a medio termine per un
valore di 591 miliardi di yuan (circa 81,2 miliardi di dollari), mentre il tasso è stato lasciato invariato al 2,5%.
Russia impegnata a frenare la caduta del rublo La banca centrale russa, preoccupata dagli effetti della guerra e delle sanzioni, deve frenare la caduta del rublo sui mercati valutari e oer questo ha annunciato un
nuovo rialzo dei tassi d'interesse al 13% dal 12% precedente. Il mese scorso, la banca centrale russa era intervenuta a sorpresa, alzando i tassi di ben 350 punti base.
Nell'annunciare la stretta monetaria, la banca centrale ha spiegato che "si sono cristallizzat
i significativi rischi inflazionistici" e si è verificato un nuovo deprezzamento del rublo nei mesi estivi. Questo ha rafforzato la pressione inflazionistica sull'economia con quella che viene definita inflazione "importata" (materie prime più care acquistate all'estero).
L'attesa per BoJ e Bank of EnglandQuesta settimana si riuniranno anche le
banche centrali del Giappone e del Regno Unito: la prima è attesa confermare una politica invariata, mentre la Banca d'Inghilterra dovrebbe annunciare un aumento die tassi di 25 punti, proprio come fatto dalla BCE.
"Le variazioni alla politica delle altre banche centrali, e in particolare della Banca del Giappone - sottolineano ancora gli analisti di Allianz -
influiscono sul livello dei
rendimenti delle obbligazioni globali a lunga scadenza. I rendimenti obbligazionari a lungo termine hanno un
impatto più sostanziale sull’economia USA che su altre economie - si spiega - per via delle dimensioni del mercato dei mutui statunitense, che spesso prevede piani di rimborso a tasso fisso della durata di oltre dieci anni. L’aumento dei rendimenti obbligazionari
interessa anche le società che contraggono prestiti, poiché intacca il loro potere di spesa".