La Grande Rotazione è bloccata, si scatena la Piccola Rotazione.Indulgenti con i piccoli, si è di solito severi con i grandi. Dai bambini ci si aspetta di tutto, dagli adulti si esigono comportamenti responsabili e regolati da norme codificate.
Succede anche con i titoli azionari. Alle società piccole, che occupano nicchie e sfruttano mode effimere (si pensi a certi produttori di giochini elettronici con volatili arrabbiati o caramelle colorate) si concede volentieri una certa levitas. L'alta ed emozionante volatilità delle loro quotazioni di borsa o di private equity è accettata come naturale.
Ci si aspetta invece gravitas (e anche una dose di noia) dalle società grandi e grandissime, quelle che capitalizzano, tanto per avere un riferimento, più di 100 miliardi. Se sono così grandi, del resto, è perché sono anche diversificate, presenti in tutto il mondo, gestite da manager con molti diplomi e abituati a navigare in ogni tipo di tempesta. Il surfista fa le acrobazie sulle onde, la portaerei non le nota nemmeno. A queste società grandi e mature si chiede un tranquillo dividendo, una crescita costante ma non elevata del fatturato e una quotazione di borsa che premi l'investitore paziente e non dia soddisfazioni al trader.
E invece succede che mentre va in scena, dall'inizio dell'anno, il più noioso indice azionario degli ultimi dieci anni, dietro le quinte si consumano drammi e trionfi proprio tra alcuni dei titoli a più grande capitalizzazione. E questo, si noti, senza che nulla di particolarmente rilevante sia accaduto nel frattempo alle società interessate.
(Nella foto: Lo scalone barocco di Palazzo Barberini. Roma)