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La pagella

A fine anno il giudizio dei mercati sarà meno severo

Gli utili per azione risulteranno dell'uno o due per cento più alti rispetto al 2014. Certo, un risultato non spettacolare nel suo complesso, ma molto interessante se si considera che gli utili dell'energia si saranno più che dimezzati. Quanto alle valutazioni, nell'ipotesi che si arrivi a inizio dicembre sui livelli attuali, il multiplo sarà di 16 su 2015 e di 15 sugli utili ragionevolmente prevedibili per il 2016. Con queste premesse, chiudere il 2015 con un arretramento di borsa più ampio del 6.5 per cento attuale sarebbe davvero ingeneroso.

Prova d'esame in CinaPer l'Europa, con l'Euro Stoxx che ha perso per strada tutti i guadagni da inizio anno, il consuntivo sarà ancora più facile. L'Euro Stoxx di oggi è agli stessi livelli del novembre 2014, quando il dollaro stava a 1.26, il petrolio sopra gli 80 dollari, l'inflazione era a zero, mezzo continente era in recessione e il Quantitative easing appariva una promessa incerta.

Come ha detto Stanley Fisher a Jackson Hole, gli effetti di un riallineamento valutario si vedono soprattutto nel secondo anno. Anche per questo la crescita europea sarà più alta nel 2016 che nel 2015 (il contrario, naturalmente, avverrà per la crescita americana).

Quanto alla Cina, la percezione del mercato in questo momento è così negativa che è difficile pensare che a dicembre possa esserlo ancora di più. Tale è l'accanimento anticinese che questa settimana ci è capitato di leggere uno studio che sostiene che la disoccupazione in Cina è almeno il doppio di quel 4.9 indicato dalle statistiche ufficiali, mentre da un'altra parte abbiamo letto che la carenza di manodopera e il conseguente aumento del costo del lavoro stanno minando la competitività del paese. Come poi si possa conciliare il forte aumento delle retribuzioni e il calo del risparmio con una possibile crisi dei consumi e delle importazioni cinesi resta tutto da spiegare.
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