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Banche d’affari ed istituti di credito: le diversità ignorate e non regolamentate

I mercati finanziari sono stati trasformati in un casinò dalla speculazione che compra e vende in continuazione

I problemi che stanno investendo il mondo della finanza e del credito negli ultimi anni e la recente situazione fallimentare di alcune banche locali con conseguenti drammi sociali, vengono visti e commentati con una miopia sconcertante, incapace di capire le vere cause che ci hanno portato ad essere ostaggio di un modello socioculturale collassato. Le vere radici di questo disastro culturale, sociale e finanziario dipendono dal ruolo che la finanza con epicentro a Wall Street ha cominciato ad assumere nel tempo diventando sovraordinata all'economia reale e totalmente deregolamentata. Il vento della Finanza sull'economia reale è stato alimentato da decenni di deregolamentazione, preparati dai Nobel degli anni novanta (Markovitz – La finanza innovativa, Lucas – I mercati razionali, Merton e Sholes - I derivati razionali) ed infine dalla Fed che nel 1999 ha contribuito ad abbattere il muro che con fatica Roosevelt aveva eretto per dividere il campo di attività delle banche d'affari dai tradizionali istituti di credito.

Alan Greenspan in quell'anno aveva condiviso l'abolizione della "Glass – Steagall Act" pensata da un italoamericano – Ferdinand Pecora, legale della commissione bancaria del Senato USA al tempo della Grande Depressione – ed adottata dal governo Roosevelt nel 1933 per porre un freno alla speculazione finanziaria che aveva creato la grande depressione. La legge aveva due finalità determinanti per stabilizzare i mercati finanziari e teoricamente, rafforzare il ruolo della Fed a controllore come la sua finalità istitutiva le aveva assegnato. La prima finalità della legge era l'istituzione del "Federal Deposit Insurance Corporation" per garantire i depositi e prevenire le possibili corse agli sportelli in caso di panico dei risparmiatori. La seconda era funzionale a separare l'attività delle banche d'affari e gli istituti di credito tradizionali per evitare che le due attività non fossero contemporaneamente esercitate dallo stesso intermediario ed evitare che l'economia reale fosse esposta alla pura speculazione finanziaria. I fatti che avevano generato la Grande Depressione erano legati all'eccesso di attività speculativa collocando la finanza sopra l'economia reale erodendo i risparmi, esattamente come si sta verificando oggi. Roosevelt, anche con la collaborazione di Keynes, aveva avviato un percorso virtuoso che sarebbe servito a ricomporre il sistema sociale frammentato e preparare il grande sviluppo del dopoguerra fondato sull'economia reale e chiudere con una speculazione fine a sé stessa.

L'abrogazione della "Glass- Steagall Act" che separava l'ambito di attività delle due differenti categorie di banche avviene nel 1999 sostituita dalla "Gramm-Billey Act" ricreando le condizioni che avevano portato alla grande depressione, scatenando la bufera finanziaria con i derivati sub-prime e tutto il resto dell'armamentario di una finanza tossica ed amorale.
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