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Le rischiose illusioni

Controprevisione per il 2016

Sulla base della tabella e della pura media matematica, possono essere espressi i seguenti giudizi:

  • Le borse, in valuta locale, sono finite praticamente in pari (+0.28%) con una STD (Deviazione Standard) media del 19.83%. Voto: non sufficiente. Commento: tanto rumore per nulla.
  • Le borse espresse in EUR hanno fatto ancora peggio: -0.82% di media, con una STD del 26.07%. Voto: non sufficiente. Commento: come sopra.
  • I mercati obbligazionari hanno performato in media l’1.85% con una STD del 4.70%. Voto: appena sufficiente. Commento: un sentito grazie alle Banche Centrali.
  • Le commodities hanno perso in media il -18.90%, con una volatilità del 32.34%. Voto: gravemente insufficiente. Commento: ecco la ripresa.
  • L’Euro si è svalutato in media dell’8.93% contro le principali valute, mentre il Dollar Index si è rivalutato del 9.36%. Voto: non giudicabile (una valuta è un rapporto, non un asset). Commento: anche l’orbo è un re nella terra dei ciechi.

Le uniche ad essersi parzialmente salvate tra le borse sono Italia (grazie a una eccellente prima parte d’anno) e USA espressi in EUR, grazie al Dollaro (altrimenti indici USA in rosso per la prima volta da anni).

La migliore asset class dell’anno, sia in termini di performance che di efficienza (come descritta sopra) sono i Bonds Emergenti in USD, con un + 11.34% a fronte di un 10.72% di volatilità, battuti come efficienza solo dal Dollar Index.

E’ inutile nascondersi dietro a qualche eccezione positiva per abbellire il quadro: i numeri parlano di un 2015 a dir poco opaco, pur in presenza di Quantitative Easing vari, supporti, promesse di ripresa e – dulcis in fundo – anche di un rialzo di un quartino di punto (per capirci: 2’500 USD su un milione) da parte della FED. Ma tra le parole delle Banche Centrali e dei governi e la musica (= numeri) dei mercati, da parte di chi investe va sempre ascoltata la musica, che racconta di una fase di crescente improfittabilità, mascherata da un gran fumo di volatilità e speranze.

Con queste premesse, possono essere letti sui principali siti e blog finanziari i forecast 2016 dei più grandi strategist mondiali istituzionali (sottolineo: istituzionali), i quali in media ripropongono per l’anno prossimo le previsioni che avevano fatto – e in media sbagliato, come diverse altre volte in passato (vedi quelle fatte a fine 2007 per il 2008: imbarazzanti) – per il 2015: +10% per la borsa USA, profitti stabili o in crescita, USD forte, commodities in stabilizzazione, tassi in rialzo molto moderato. Un mondo perfetto. O, forse, rischiose illusioni.
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