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Scacco al re

Scenari di una partita lunga e complicata

Quando Lincoln fu assassinato, nell'aprile 1865, gli successe il suo vice Andrew Johnson. Benché del Tennessee, stato del sud confederato, e benché democratico, Johnson era comunque sempre stato un leale sostenitore dell'Unione e il repubblicano Lincoln lo aveva voluto nel suo Team of Rivals per allargare la sua base di consenso e presentarsi all'America come l'unificatore della nazione.

Una volta entrato alla Casa Bianca Johnson portò avanti alcune delle politiche di Lincoln, ma non si oppose agli stati del sud che, pur
avendo perso la Guerra Civile, cercavano di ripristinare le pratiche discriminatorie contro i neri. Johnson era un rigido costituzionalista e poiché i suoi atti erano formalmente corretti i repubblicani vararono una legge ad hoc che impediva al presidente di dare corso al licenziamento del suo ministro della guerra sapendo che Johnson si sarebbe rifiutato di revocarlo. Così fu. Johnson fu allora sottoposto dalla camera bassa alla procedura di impeachment, ovvero al rinvio a giudizio. Il processo, come previsto dalla costituzione, fu gestito dal senato. In un clima incandescente e con una compravendita di voti dilagante Johnson fu alla fine prosciolto e poté condurre a termine il suo mandato.

La procedura di impeachment americana è ricalcata su quella britannica (la Camera dei Comuni decide il rinvio a giudizio e la Camera dei Lord giudica). Benjamin Franklin la incluse nella costituzione perché, come scrisse, l'impeachment era meglio del regicidio. Il ricordo della decapitazione di Carlo I nel 1649 era ancora fresco.

(Nella foto: Il senato vota sull'impeachment di Clinton. 1999)
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