Proviamo a vedere nei fatti se alcuni grafici e dati possono essere indicatori di pericolo. Il disinvestimento nei dollari è un segnale importante, le ragioni dei
Rothschild, ad esempio, per uscire dai beni statunitensi sono state "prezzi senza precedenti" delle azioni e una convinzione che l'apporto artificiale ai mercati da parte della Banca Mondiale e delle Banche Centrali non fosse sostenibile ed i TB Usa (tripla A) valgono meno dei BTP italiani (Tripla B).
Lo stesso
Soros estremamente chiacchierato per le sue possibili intromissioni nelle sovranità dei paesi tramite la sua "Soros Fund Management"
ha scommesso sul ribasso del mercato azionario Usa per un importo di 1,8 mld/$ e, secondo gli analisti del settore – su questo siamo nel campo delle scommesse ma anche nell'analisi di correlazione tra realtà e finanza – Soros può guadagnare con la scommessa fatta solo in presenza di un crollo verticale del mercato – in questo caso il crollo potrebbe essere inteso come una diminuzione del 50% delle attuali quotazioni. Possibile? Forse, lui l'ha fatto.
Un altro insider di alto livello che sta uscendo dal mercato azionario degli Stati Uniti è il guru degli investimenti
Warren Buffet che ora è seduto su 100 miliardi di dollari in contanti perché ha difficoltà a trovare offerte interessanti.
Gli investitori stanno pagando una percentuale in più per i
Buoni del Tesoro degli Stati Uniti che maturano entro la fine di settembre, la scadenza fiscale degli Stati Uniti, rispetto a quelli che maturano dopo quella data, un altro segno che la gente sente che qualcosa sta arrivando e la disponibilità di cassa del tesoro Usa stanno crollando. La fine di settembre coincide con la fine dell'anno fiscale negli Usa ed è un momento di resa di conto su un
debito pubblico e privato che sembra inarrestabile.
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