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I funghi

Racconto di una notte difficile

Forse era colpa del vino e dei brindisi. O forse era per via di quei funghi nel riso. Fatto sta che il gestore di patrimoni K. rientrò a casa con la testa che girava e la sensazione di essere avvolto nella nebbia.

La serata era stata festosa. Si celebrava la chiusura di un anno tranquillo e positivo per azioni, bond, euro, quadri, immobili, beni da collezione, criptovalute e tutto quello che poteva venire in mente come bene d'investimento. L'atmosfera era stata la più rilassata che K. potesse ricordare non solo perché il mondo cresceva senza inflazione ma anche perché questa situazione di perfezione tranquilla era vista da tutti come ormai naturale e non eccezionale. Tanto naturale da non potere che proseguire non solo nel prossimo anno, ma anche in quelli successivi, magari ulteriormente migliorata e arricchita dalla riforma fiscale americana, da una maggiore integrazione europea attraverso l'asse Macron-Merkel che non vedeva l'ora di mettersi in azione e da un'economia asiatica in piena fioritura.

Sprezzatura, la definiva K. dentro di sé. Sprezzatura era quell'arte così apprezzata nel Rinascimento di fare con grazia e levità cose difficilissime che avevano in realtà richiesto un lungo e faticoso tirocinio. Economia e mercati finanziari giravano su un piano levigato senza strepiti, clangori o cigolii, ma dietro questa perfetta armonia c'era il duro lavoro degli ufficiali di macchina delle banche centrali, che procedevano con carte nautiche invecchiate e strumenti di misurazione logori come la curva di Phillips e in mezzo a mille dubbi.

Sono stati bravi, niente da dire, pensò K. Hanno avuto anche fortuna e in più si sono coperti le spalle tenendo la liquidità sovrabbondante e mantenendo ben lubrificati tutti gli ingranaggi. E però, prima o poi, qualche errore lo faranno. La Fed, ad esempio, non riuscirà a non alzare i tassi oltre il livello neutrale. Se infatti l'economia continuerà ad andare bene, come ci diciamo tutti dalla mattina alla sera, la banca centrale cercherà magari di temporeggiare e di saltare un trimestre ogni tanto, ma alla fine non potrà fare violenza alla sua natura e restare a guardare passivamente. E allora sarà come la roulette russa. Uno, due, tre rialzi nel 2018 andranno a vuoto e l'economia reggerà, ma il quarto, quinto o sesto rialzo rischieranno seriamente di mettere fine all'espansione e avviare una recessione. È sempre stato così, prima o poi si sbagliano i conti, si fa un rialzo di troppo e l'economia, che fino a quel momento andava benissimo, si affloscia all'improvviso.
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