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Il rosa e il grigio

È giustificato l'ottimismo dei mercati?

Nell'ultimo trimestre del 2018 i mercati hanno indossato occhiali con lenti grigie. Dopo il rialzo dei tassi da parte della Fed in dicembre le lenti grigie sono state sostituite con lenti nere. In gennaio ci si è ricomposti e verso la fine del mese si è guardato al mondo con lenti neutre, senza più pessimismo ma nemmeno con particolare ottimismo. Poi, dall'inizio di febbraio, si sono tirate fuori dai cassetti le lenti rosa che erano state usate l'ultima volta in agosto.

E così, in meno di due mesi, siamo passati dal temere una recessione globale (dal temere, addirittura, di esserci già dentro) all'ipotesi di nuovi imminenti massimi storici di borsa come cosa praticamente scontata.

Come sempre accade in questi casi, la volatilità ha fatto parecchie vittime e si appresta probabilmente a farne di nuove. Come sempre accade in questi casi, d'altra parte, la confusione è notevole. Certo, quasi tutti gli investitori hanno sempre e comunque qualche esposizione al rischio e quasi tutti sono rialzisti naturali. I mercati in ripresa danno quindi sempre sollievo, ma il sollievo è una cosa e la chiarezza d'idee è un'altra e in questo momento è scarsa.

Vediamo allora che cosa sta succedendo alla realtà sottostante, sia come dati obiettivi sia come policy.

In America la crescita ha perso dei colpi nel quarto trimestre ma si è conservata positiva e vicina al 2 per cento. Nel primo trimestre siamo probabilmente sugli stessi livelli. Quello che confonde le idee è che siamo di fronte a una crescita irregolare, con l'occupazione forte e la produttività debole, con settori che crescono e altri che ristagnano o arretrano e con i consumi, il 70 per cento dell'economia, che danno messaggi clamorosamente contrastanti. In pratica, da quello che si può capire, non molto è cambiato da due mesi fa ad oggi e non molto dovrebbe cambiare nel resto del 2019.
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