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Dissonanze

Perché salgono le borse europee ma non sale l'euro?


Rimane poi un'ultima incognita, quella del negoziato commerciale con l'Europa che Trump potrebbe aprire dopo avere chiuso quello con la Cina. Un accordo light con i cinesi (come quello che si profila) esporrà Trump alle critiche dei democratici, che già tengono bloccato in Congresso il Nafta 2. È possibile allora che Trump rinunci al contenzioso con l'Europa, ma è anche possibile che cerchi di rifarsi l'immagine di negoziatore efficace con un atteggiamento più duro. Nel dubbio, è comprensibile che la Bce cerchi di mantenere l'euro debole.

È un momento magico per le borse. Non c'è molta crescita e c'è un inizio di erosione dei margini di profitto, ma l'atteggiamento morbido della Fed fa premio su tutto. La Fed ha giurato che sarà paziente e, non bastasse, Trump la martella tutti i giorni per chiederle un ribasso dei tassi di 50 punti base. Il ribasso è prematuro (anche se il mercato ha cominciato a prezzarlo) ma sicuramente non avremo altri rialzi nei prossimi mesi. Con una Fed che ha promesso di non fare nulla anche se l'inflazione dovesse salire sopra il due per cento il margine di sicurezza per l'azionario è particolarmente ampio.

Il rialzo è dunque invulnerabile? No, naturalmente. Occorrerebbe però una sorpresa forte, come un improvviso aumento dell'inflazione o un azzeramento della crescita, per interromperlo. Una correzione precipitosa ci sarebbe anche se dovesse saltare all'ultimo momento l'accordo con la Cina, anche se le due parti farebbero comunque di tutto per non ritrasformare in guerra la pace mancata.

Ci avviciniamo però al momento in cui il rialzo dovrà comunque rallentare e diventare più irregolare. Per la Fed potrebbe essere imbarazzante vedere nuovi massimi di borsa in presenza di un'economia decente ma non particolarmente brillante. Una modesta risalita dei rendimenti della parte lunga della curva, spontanea o indotta da vendite della Fed, potrebbe aprire questa nuova fase di rialzo più lento e meno regolare.
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