Facebook Pixel
Milano 25-apr
0 0,00%
Nasdaq 25-apr
17.430,5 -0,55%
Dow Jones 25-apr
38.085,8 -0,98%
Londra 25-apr
8.078,86 +0,48%
Francoforte 25-apr
17.917,28 -0,95%

Due piccole differenze

L'inflazione media e la fine della curva di Phillips

La liturgia delle banche centrali si fa sempre più complessa. Una volta, come ha ricordato Powell, ci si riuniva in gran segreto di sabato in una Washington deserta per decidere svolte di portata storica (come accadde nell'ottobre 1979, quando venne dichiarata guerra all'inflazione, una guerra che sarebbe durata trent'anni).

Oggi, per revisioni strategiche meno radicali, si mette in piedi una macchina di costruzione del consenso simile a quella dei grandi partiti politici quando preparano i loro congressi. Si parte da lunghi mesi di incontri con le comunità locali, preferibilmente disagiate, e ci si mette all'ascolto delle loro esigenze. Si elabora poi il tutto prima in confronti con il mondo accademico e poi con le varie centinaia di PhD che popolano gli uffici studi. Alla fine si distillano questi mesi di lavoro in un documento che farà da base per le scelte degli anni successivi.

La Fed aveva compiuto la sua ultima revisione strategica nel 2012. Oggi completa e annuncia al mondo la linea per il prossimo decennio e dà maggiore solennità all'evento scegliendo lo sfondo (quest'anno virtuale) delle montagne del Wyoming dove ogni anno tiene i suoi seminari strategici. Anche la Bce, con la stessa liturgia, ha terminato nei mesi scorsi la sua revisione strategica.

Che cosa è venuto fuori da questo sforzo? La Bce ha deciso di mettere al centro della sua attività la lotta ai cambiamenti climatici, allineandosi allo spirito del tempo europeo.
Condividi
"
Altri Top Mind
```