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Il trilemma

Limitare l'inflazione, conviverci male o alzare al tre l'obiettivo


Ripristinare il rigore fiscale e monetario a pandemia ancora in corso (fino a prova contraria) e con un'inflazione europea che è solo inflazione da petrolio, da Iva tedesca e da inflazione salariale solo tedesca è come fare digiunare tutta la famiglia, inclusi i figli debolucci, perché il papà è ingrassato di qualche etto. Farlo da soli in un mondo ultraespansivo significa andarsi a cercare una rivalutazione dell'euro. Il mercato ha colto subito la situazione e sta avviando con una certa decisione un processo di recupero della valuta europea. Le borse continentali, come conseguenza, riprendono a crescere meno di Wall Street.

Le uscite dei fautori dell'austerità vanno tenute nella debita considerazione, ma al momento non dovrebbero fare troppi danni. Il blocco di maggioranza che in Bce si raccoglie intorno alla Francia ha buon gioco, a pandemia in corso e variante mu già arrivata sul suolo europeo, nel definire prematura qualsiasi ipotesi di tapering.Sappiamo poi che nulla di serio verrà deciso fino a quando non si sarà formato un nuovo governo in Germania ovvero, come minimo, fino alla fine dell'anno. Subito dopo subentreranno le elezioni francesi, che si terranno in aprile e che si prospettano molto aperte.

Proviamo allora a tirare le somme. È vero, ci sono strozzature nell'offerta globale ancora più serie di quanto si pensasse. E ci sono anche vuoti d'aria imprevisti nella domanda con la presa d'atto che il ciclo varianti-vaccinazioni-nuove varianti rischia di protrarsi con il conseguente permanere di una elevata propensione al risparmio. Se però si riuscirà (come è tuttora molto probabile) a mantenere una buona capacità complessiva di crescita fino alla metà dell'anno prossimo le borse accoglieranno bene qualsiasi dato macro. Le sorprese negative, infatti, verranno lette come giustificazione di un prolungamento ulteriore delle politiche ultraespansive.

Ancora lunghi di borsa, quindi, pur consapevoli che gli eccessi di sentiment e di posizionamento dovranno ogni tanto trovare sfogo in qualche veloce correzione e pur sapendo che la scena politica di Washington si riscalderà progressivamente da qui a metà ottobre con un enorme ingorgo di pacchetti fiscali, debt ceiling e spettri di default tecnico.

Chi ha paura di avere paura nelle prossime settimane alleggerisca qualcosa adesso per ricomprare nei momenti di scontro più acceso. Chi può sopportare una correzione del 5 per cento non si preoccupi troppo, perché le correnti di fondo continuano a essere favorevoli.

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