Facebook Pixel
Milano 15:53
34.265,27 +0,96%
Nasdaq 15:52
17.645,67 +1,23%
Dow Jones 15:52
38.227,14 +0,37%
Londra 15:53
8.132,36 +0,66%
Francoforte 15:51
18.145,54 +1,27%

Cure sintomatiche

Contro l’inflazione tachipirina e vigile attesa?


Ma tant'è. Si è deciso di non ripetere l'errore del decennio scorso (un sostegno timido all'economia che ha portato prima a una crescita debole e poi a Trump) e si è disposti a rischiare l'errore opposto (che alla fine può portare di nuovo a Trump, vista l'impopolarità dell'inflazione).

Giustamente l'ex-Fed Roberto Perli ci ricorda che l'inflazione, l'anno prossimo, potrà sorprendere anche al ribasso e non solo al rialzo. Anche negli anni Settanta, aggiungiamo noi, ci furono due anni al tre per cento. Furman, Summers e Blanchard, tuttavia, provano a chiedersi quante probabilità ci siano per uno scenario favorevole che giustifichi la pazienza della Fed e concludono che ce ne sono, ma non così tante.
Perché quello che sta facendo la Fed abbia senso, dicono, occorre che si verifichino insieme quattro condizioni. In primo luogo occorre che la domanda aggregata scenda di suo l'anno prossimo. Poi occorre che il tasso di partecipazione della forza lavoro salga in misura consistente (ovvero che molti di quelli che hanno rinunciato a lavorare durante la pandemia tornino al lavoro, in modo da rendere il mercato meno tirato). Occorre poi che le strozzature sul lato dell'offerta si risolvano entrò la metà del 2022. Infine, bisogna che la forza lavoro accetti l'impoverimento derivante dall'inflazione e rinunci a chiedere adeguamenti retributivi, mettendo in moto la spirale tra prezzi e salari.

Se faccio il prodotto delle probabilità che si verifichi ognuna di queste condizioni, osserva Blanchard, la conclusione è che la Fed deve stringere. Il paper di Furman (What the Federal Reserve should do now) è disponibile sul sito del Peterson Institute.

Per concludere, due osservazioni per chi investe. La prima è che non è prudente pensare che l'inflazione scenda molto nei prossimi anni (Wells Fargo la prevede al 5.2 per il 2022). Se succederà, come è ancora possibile, saremo tutti contenti, ma è meglio organizzarsi per tempo nel caso non succeda. La seconda è che le banche centrali aspetteranno ancora alcuni mesi prima di rivedere, se sarà, il caso, la strategia della pazienza. Finché questo non accadrà e finché ci sarà un buon livello di crescita, le borse rimarranno sostenute e orientate al rialzo.
Condividi
"
Altri Top Mind
```