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L'anno è ancora lungo

Accumulare con pazienza, senza ingordigia


La stessa cosa è avvenuta sul fronte della liquidità. Qui si è spesso citato il fatto che M2, dopo i giganteschi aumenti del 2020-21, è rallentata fin quasi ad arrestarsi nel 2022. Quanto alla moneta creata direttamente dalle banche centrali, si è dato molto peso al Quantitative tightening della Fed, cui si aggiungerà a partire da marzo quello della Bce. Con i 95 miliardi al mese ritirati dalla Fed, si è pensato, al mercato verrà presto a mancare quell'eccesso di liquidità che ha tanto aiutato il rialzo degli asset finanziari nel 2020-21.

A guardare i numeri effettivi, tuttavia, si vede che l'attivo della Fed, che era di 8940 miliardi in aprile, è sceso oggi a 8440 (500 miliardi in meno) ma la riduzione è stata più che compensata dai 550 miliardi che nel frattempo la Banca del Giappone ha creato per acquistare bond governativi e mantenerne bassi i rendimenti. La Fed, inoltre, ha fatto uso dei reverse repo per compensare una parte del QT. In pratica, la liquidità globale in questi mesi non è diminuita, ma è addirittura leggermente aumentata.

Si può quindi avanzare l'ipotesi, se non altro come stimolo alla riflessione, che la previsione di una prima metà negativa del 2023 e di una seconda metà positiva, vada capovolta. A una primo semestre che vede ancora una buona crescita dell'economia globale (a ritmi che nel decennio scorso trovavamo assolutamente normali) potrebbe seguire una seconda parte dell'anno in cui l'effetto combinato degli ulteriori rialzi dei tassi dei prossimi tre mesi in America e in Europa, del mancato ribasso dei tassi nel resto dell'anno, del graduale esaurirsi dei risparmi in eccesso accumulati dai consumatori americani nei tre anni passati e dell'erosione dei profitti dovuta alla contrazione della domanda (accompagnata dalla riluttanza delle imprese a licenziare) potrebbe portare a una profit recession.

A questo andamento darebbe il suo contributo anche il posizionamento. Siamo entrati nel 2023 scarichi, temendo la recessione. Questo ha spinto a ricoperture affannose gli short quando si sono manifestate le sorprese positive della Cina e dell'inflazione. Ora però rischiamo, se il rialzo continua, di presentarci al secondo semestre carichi e, di conseguenza, vulnerabili.
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