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L'anno è ancora lungo

Accumulare con pazienza, senza ingordigia


Sono ormai dodici mesi che il meccanismo è sempre lo stesso. Si teme una recessione per l'indomani, si scende, ci si accorge dopo qualche tempo che la recessione non c'è stata e si risale. Poi si ritorna ad avere paura e il ciclo riprende.

Lasciamo decidere ai lettori se chiamare quello in corso un lungo bear market rally che sarà seguito dalla fase conclusiva del bear market nella seconda metà dell'anno o se invece definire il rialzo in corso come l'inizio del bull market che sarà seguito da una temporanea correzione.

L'importante è che sia chiaro che stiamo cominciando a scontare un'inflazione ormai sconfitta, un mondo senza recessione (o con una recessione talmente superficiale da essere praticamente inavvertibile), un contesto geopolitico stabile, una Cina che riprendere a crescere senza creare inflazione, nessuna particolare tensione sul fronte dell'energia e profitti che si mantengono sugli elevati livelli dell'anno scorso. Non è un mondo impossibile, ma è il migliore dei mondi possibili.

Le banche centrali, per dovere istituzionale ma non solo, si mantengono più prudenti. Se è vero che il processo di normalizzazione si trova a buon punto, è altrettanto vero che molto resta ancora da fare.

Come investitori, continuiamo a pensare al 2023 come a un anno di accumulo graduale e paziente. Fretta e avidità possono essere cattive consigliere, ma non c'è ragione per rimanere sottopesati di rischio. L'inflazione elevata è stata nemica delle borse perché ha portato a una contrazione dei multipli. Al contrario, un'inflazione stabilizzata su livelli che tre anni fa ci sarebbero parsi alti ma che oggi sono considerati accettabili darebbe da qui in avanti un sostegno strutturale agli asset reali.
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