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Europa alla fine di un sogno?


Di fatto la governance dell'Unione Europea si è burocratizzata esattamente come aveva criticato Max Weber sul rischio di una razionalizzazione delle procedure che prendono il sopravvento sulle persone. La burocrazia è appunto, per Weber, una forma particolarmente pervasiva e per certi aspetti pericolosa, di tale processo di razionalizzazione, giacché essa implica direttamente la gestione non tanto di oggetti, macchine o procedure, quanto piuttosto di esseri umani, i quali devono essere organizzati per conseguire finalità specifiche. L'apparato giuridico governa l'istituzione ma non è governato a sua volta e evidenzia la mancanza di modelli culturali e di conoscenza della storia e della politica nelle persone che dovrebbero guidare la governance e non subirla.

Come sono lontani i tempi in cui Romano Guardini, uno dei più illuminati pensatori del secolo scorso, scriveva del ruolo e del compito dell'Europa in un mondo che cambiava, in occasione del conferimento del Praemium Erasmianum a Bruxelles nel 1962 in cui richiamava alla potenza acquisita dall'uomo tramite la scienza e la tecnica ed al rischio che di tale potenza l'uomo potesse fare un uso terribile, così affidava all'Europa il compito storico di riportare la saggezza nella storia dell'uomo.

"Perciò io credo che il compito affidato all'Europa [...] sia la critica della potenza (l'esatto contrario di oggi, ndr). Non critica negativa né paurosa né reazionaria [...] perché essa ne ha provato la potenza non come garanzia di sicuri trionfi, ma come destino che rimane indeciso dove condurrà. L'Europa è vecchia [...] oggi sembra rinnegare la sua vecchiaia e sorgere a nuova gioventù. L'Europa ha creato l'età moderna ma ha tenuto ferma la connessione con il passato. Perciò sul suo volto, accanto ai tratti della creatività sono segnati quelli di una millenaria esperienza. Il compito riservatole, io penso, non consiste nell'accrescere la potenza che viene dalla scienza e dalla tecnica ma nel domare questa potenza. L'Europa ha prodotto l'idea della libertà dell'uomo come sua opera; ad essa soprattutto incomberà, nella sollecitudine per l'umanità dell'uomo, pervenire alla libertà di fronte alla sua propria opera" (Europa. Compito e destino, pag. 26).

Rileggendo le parole di un grande pensatore vediamo, drammaticamente, come siamo lontani da quelle intuizioni e sembra che si stia facendo tutto il contrario, ma il problema è sempre e solo di uomini e delle loro capacità, ma quando questi mancano si finisce nel caos e si distrugge un luminoso sogno di speranza e di umanità.



(Foto: © Iaroslav Danylchenko /123RF)
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