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Come cambierà l’America, ed il mondo

Decidono i cittadini, facendo vincere Hillary oppure Donald

Se verrà eletta Hillary Clinton, le prospettive geopolitiche sono già state segnate: continuità assoluta. Si inasprirà ulteriormente il rapporto verso la Russia, cercando di isolarla il più possibile dall’Europa ed evitando che estenda nel Mediterraneo la sua influenza, attraverso i rapporti con la Siria e l’Egitto. Si riapriranno i negoziati per concludere gli accordi di liberalizzazione dei servizi: agli Usa servono assolutamente, per bilanciare finalmente lo squilibrio commerciale strutturale che ha verso l’estero nel settore delle merci. Il riequilibrio dei conti serve ad evitare il progressivo indebitamento americano, pari ad oltre il 40% del Pil, che negli anni passati è stato coperto da continue sottoscrizioni di titoli pubblici da parte cinese, giapponese, e dei Paesi produttori di petrolio. Ma ormai, da oltre un anno, questo afflusso di denaro è cessato. I cinesi stanno investendo per creare la Via della Seta, i giapponesi hanno altri problemi, gli arabi vendono per fare cassa.

Gli Usa non possono continuare a crescere a debito, né riprendere a svalutare il dollaro immettendo altra moneta sul mercato: di liquidità sui mercati ce n’è fin troppa.

Il Medioriente rimarrà un’area incandescente: così si impedisce a chiunque, soprattutto alla Cina, di passare per l’Heartland asiatico ed approdare al Mediterraneo.

Se vincesse Trump, le prospettive sarebbero completamente diverse. Ha in mente una drastica correzione dei processi di globalizzazione, attraverso iniziative neo-protezioniste: i Trattati in vigore come il NAFTA, che prevedono il libero scambio con Messico e Canada, verrebbero corretti per evitare la progressiva delocalizzazione delle imprese in quei Paesi in cui è più basso il costo del lavoro. Nei confronti della Cina è stata preannunciata la apertura di una procedura per manipolazione valutaria: lo yuan verrebbe tenuto artificiosamente sottovalutato rispetto al dollaro, per incrementare le importazioni. Si potrebbe arrivare alla imposizione di tariffe doganali, per bilanciare questa manipolazione. Inoltre, dovrebbero essere rimosse da parte della Cina tutte quelle condizioni poste alle imprese americane che si insediano in quel Paese, dall’obbligo di avere un partner locale a quello di condividere i brevetti americani.

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