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Europeisti contro Euroscettici?

Finale di partita

Lo hanno ripetuto fino allo sfinimento, in questi anni, ed è stato l'ex Ministro delle finanze tedesco Wolfang Schaeuble lo strenuo sostenitore di questa formula secondo cui: "Le elezioni non cambiano le regole dell'Europa!".

Il rigore del Fiscal Compact va rispettato ad ogni costo.

I mercati sono giudici infallibili ed inflessibili: menano a colpi di spread sui debiti pubblici dei Paesi con le finanze in disordine, senza fare sconti.

Il bilancio è pesante per tutti: mentre l'Italia è tornata in recessione, per la terza volta in un decennio con un -0,2% anche nel quarto trimestre 2018, la Germania ha segnato un lillipuziano +0,02% di crescita. Bastava un nonnulla, e sarebbe entrata in recessione come l'Italia. Inutile fare ironie: la situazione è grave.

Si salvano ancora la Spagna e la Francia, ma solo per il maggior deficit di bilancio.

Chi segue la dura ricetta del rigore si sta fracassando le ossa. La Grecia è stata messa in catene. La Spagna è stata trattata con più riguardo, ammettendo un po' più di deficit, ma solo perché ha un debito estero folle verso le banche tedesche. Finanziarono quelle spagnole per una mostruosa speculazione immobiliare da cui sono stati travolti tutti.

Ora è arrivato il momento in cui le regole europee che hanno imposto un decennio di inutile austerità, provocando la povertà di milioni di persone, potranno essere cambiate: a fine maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo.

Europeisti sfegatati da una parte e fanatici euroscettici dall'altra, si confronteranno in una campagna elettorale all'ultimo voto. Stavolta, ci sarà ben poco spazio per l'astensione.
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