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Matteo, Amerikano & Sovranista

L'asse che unisce Salvini a Trump, passando per Johnson e Le Pen

Non c'è dubbio che il governo giallo-verde, che a Roma si sta squagliando sotto il sole di agosto, si sia trovato assai isolato a Bruxelles: populisti e sovranisti non sono affatto ben accetti.

Per la Lega di Matteo Salvini, le sponde internazionali sono altre: il Presidente statunitense Donald Trump, che ha fatto di "Make America Great Again" il suo slogan elettorale; il neo Premier britannico Boris Johnson, convinto assertore della Brexit; Marine Le Pen, la leader storica del Rassemblement Nationale, già Front Nationale di cui mantiene nel simbolo la fiamma tricolore che fu anche del MSI in Italia, che è la bestia nera dei partiti tradizionali francesi, sempre coalizzati per escluderla da ogni possibilità di accedere alle stanze del potere: lotta contro le élite finanziarie e l'Europa dei soldi. Difficile essere più sovranisti di così.

In Gran Bretagna c'è stato di recente un passaggio di mano decisivo: Theresa May è stata sfiduciata dal suo partito. I Conservatori hanno preferito avere una guida più dura sulla Brexit, per evitare il pastrocchio del Backstop alla frontiera tra le due parti dell'Irlanda. In pratica, nell'Accordo di recesso è prevista una situazione ibrida in cui l'Inghilterra non sta più dentro l'Unione politica ma deve rimanere nel Mercato interno finché non si troverà una soluzione tecnica e giuridica che garantisca la possibilità di effettuare controlli doganali senza però mettere blocchi alle frontiere.

C'è un'altra novità, dalla Gran Bretagna: per garantirsi l'appoggio dei parlamentari di Galles, Scozia ed Irlanda del Nord, Boris Johnson ha fatto un lungo giro per il Paese, promettendo maggiore autonomia ai livelli di governo locale. Un po' come Matteo Salvini, che a Roma si è fatto portavoce delle richieste di una forte "autonomia differenziata" a favore delle regioni del Nord Italia, in cui la Lega ha la maggioranza. Sovranismo, dunque, non farebbe rima con Centralismo.

Come se non bastasse, già si parla di un ampio accordo commerciale tra USA e Gran Bretagna: quest'ultima uscirebbe dalla UE per entrare in un mercato molto più ampio, che darebbe nuovo fasto al Commonwealth.
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