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Negli equilibri globali, Curdi e Palestinesi rimangono due popoli senza Stato

E' tornata di attualità, assai tristemente come è nella sua storia, la vicenda del popolo curdo.

E' molto complessa, e non si presta a facili riassunti: nei secoli, si è incrociata con le vicende di tre Imperi, Ottomano, Russo e Persiano.

I Curdi sono un popolo senza un proprio Stato, perché vivevano e vivono tuttora in un territorio che apparteneva a questi Imperi ed agli Stati che sono succeduti loro dopo la Prima Guerra Mondiale.

Sono stati meno fortunati ancora degli Armeni, che nonostante mille sofferenze, alla fine un minimo di Patria sono riusciti a conquistarsela.

La dissoluzione dell'Impero Ottomano e di quello Russo dopo la Rivoluzione di Ottobre, non dette luogo alla nascita di uno Stato Curdo, perché, diversamente dall'Austria-Ungheria e dall'area slava, i destini dei popoli e delle tribù arabe non furono decisi sulla base dei criteri di nazionalità che fu seguito per l'Europa seguendo il disegno del Presidente americano Wilson.

Si seguirono invece gli interessi prevalenti di Francia ed Inghilterra, che si spartirono il Medioriente cercando di tenere quanto più possibile confinato il contagio della rivoluzione sovietica. Oltre alla Siria ed all'Iraq, che risultarono in quell'area dalla dissoluzione dell'Impero Ottomano, non c'era nessuno spazio né politico né strategico da rendere anche formalmente autonomo.

La Palestina, sotto influenza britannica, già dal 1917, era stata destinata ad ospitare l'insediamento ebraico che si fece nel tempo sempre più consistente scalzando la presenza dei suoi abitanti, i Palestinesi che ancora oggi sono privi di un loro Stato.
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