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Brexit Comedy

Finale indecifrabile, usando la cortina fumogena dell'epidemia e della crisi economica

In una trattativa contano le apparenze: nessuno può perdere la faccia.

La crisi economica in corso ed il caos che deriva dalla gestione della situazione sanitaria per evitare i contagi rappresentano dunque una opportunità politica insperata: una cortina fumogena utilissima per distrarre l'opinione pubblica dal tema della Brexit.

Tre temi rimangono sul tappeto, ancora irrisolti: i diritti di pesca nelle acque territoriali inglesi, l'aggiornamento delle regole comuni per assicurare una leale concorrenza, gli strumenti di soluzione delle controversie relative alla esecuzione degli accordi.

Il Premier britannico Boris Johnson ostenta sicurezza, chiede che la Unione europea faccia un passo avanti nelle trattative, e sostiene che in nessun caso può barattare la sovranità britannica in cambio di un accordo economicamente più favorevole. Molti deputati lo invitano a non transigere: sono quelli eletti nel 2019 sottraendo seggi ai Laburisti, a seguito di una campagna in cui Johnson assunse una posizione fortemente orientata a chiudere in ogni caso la trattativa con la UE (con lo slogan "Make Brexit Done"), e dunque anche senza un accordo. Così facendo, il Regno Unito ha sconfitto la strategia dilatoria della Ue che era stata fino ad allora subita da Theresa May.

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