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Questo PNRR va cestinato

Non sostiene le produzioni innovative. Spinge solo l'edilizia e le importazioni


Sono le valutazioni macroeconomiche contenute nello stesso PNRR e nel DEF per il 2021 che sono stati presentati dal Governo Draghi a dimostrare che il PNRR andrebbe completamente ripensato per via le conseguenze estremamente negative che determina.

Cominciamo con l'impatto che avrà il PNRRR sulla bilancia commerciale. Si tratta delle variazioni previste rispetto allo scenario base, quello che si verificherebbe senza la adozione delle misure:
  • le importazioni dell'Italia aumenteranno dell'1,0% nel 2021, del 2,6% nel 2022, del 4,0% nel 2023 e del 4,7% nel periodo 2024-2026
  • le esportazioni dell'Italia diminuiranno dello 0,4% nel 2021, dello 0,4% nel 2022, dello 0,6% nel 2023, salvo ad aumentare dello 0,4% nel periodo 2024-2026.
E' uno scenario catastrofico per l'Italia, quello che deriva dal modo concreto in cui si stanno affrontando le due contestuali transizioni economiche, sociali e produttivi, quella "verde" e quella "digitale", per la cui realizzazione è stato impostato il PNRR seguendo le priorità indicate nella New Generation UE.

Invece di adeguare il nostro sistema produttivo al fine di corrispondere alle esigenze di un assetto più rispettoso dell'ambiente e di usare le nuove tecnologie informatiche, che consistono nell'uso della Intelligenza Artificiale (AI) e dell'Internet delle Cose (IoT), gli "investimenti" pubblici determineranno un incremento delle importazioni dall'estero: si tratterà di apparati fabbricati dalla Corea del Sud, dal Giappone, da Taiwan e dalla Cina; e di software degli Usa.

Si ripete la disastrosa esperienza che abbiamo avuto con la introduzione del fotovoltaico, con i pannelli comprati dalla Cina ed i fondi stranieri che si sono garantiti la cessione dell'energia a prezzi altissimi, che ora pesano sulle bollette.
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