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Questo PNRR va cestinato

Non sostiene le produzioni innovative. Spinge solo l'edilizia e le importazioni


In pratica, si distrugge il risultato positivo conseguito in questi ultimi anni, quello di avere finalmente una bilancia commerciale attiva, che è stato raggiunto a partire dal 2012 con enormi sacrifici: da una parte, abbattendo il costo del lavoro per aumentare la competitività di prezzo delle merci italiane, e dall'altra riducendo il reddito netto disponibile delle famiglie per contrarre le importazioni.
Come se non bastasse, c'è un altro dato che dimostra la assurdità della impostazione adottata dal PNRR. Rispetto allo scenario base, questi sono gli incrementi del valore aggiunto che si prevede di avere fino al 2026, distinti per branche di attività economica.

In ordine decrescente, troviamo:
  • Costruzioni +3,3%
  • Attività immobiliari +2,8%
  • Commercio al dettaglio +2,7%
  • Commercio all'ingrosso +1,3%
  • Istruzione +1,0%
  • Attività legali e contabilità +0,9%
  • Prestazione di servizi finanziari +0,8%
  • Servizi di alloggio, attività di ristorazione +0,8%
  • Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte +0,7%
  • Programmazione, consulenza informatica +0,6%

E' un'altra catastrofe: invece di puntare ad essere competitivi nei nuovi settori della produzione, spendiamo tutto per l'edilizia e l'immobiliare, nel commercio e nei servizi ancillari.
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