L'architettura dell'
euro si è dimostrata ancora una volta
squilibrata e disfunzionale per tutti, a causa delle differenze economiche e finanziarie sottostanti: la Bce non è riuscita in questi anni ad adottare politiche asimmetriche, se non in modo del tutto marginale ed insufficiente.
I tassi di interesse nominali negativi, adottati per la prima volta nella storia finanziaria dalla Bce, sono stati una catastrofe: per i risparmiatori, per gli investitori, per le banche, per le assicurazioni e per i fondi pensione. Hanno distorto la allocazione dei capitali, stracciato i margini, stravolto le convenienze. Appena ne hanno avuto l'occasione, i capitali sono fuggiti dall'euro per il dollaro, nonostante i fondamentali degli Usa siano meno che brillanti.
Le prospettive per l'economia europea sono ora assai poco rassicuranti. Ci sono scommesse sui titoli di Stato, già puntate al ribasso: tutto purtroppo può accadere, perché i meccanismi di vigilanza e di salvaguardia adottati nello scorso decennio sono disabilitati, dal Fiscal Compact che è stato sospeso al MES che richiede condizionalità estreme non sostenibili in periodi di crisi generale e profonda.
Le sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina stanno creando in Europa condizioni di difficoltà estrema, che sono ad un tempo geopolitiche, economiche, sociali e soprattutto finanziarie: l'alto costo dell'energia e le gravi difficoltà di approvvigionamento non solo spiazzano rispetto alla concorrenza internazionale, ma possono arrivare a far collassare l'euro per le sue contraddizioni mai risolte.
Tassi negativi, capitali in fuga, svalutazione dell'euro, alta inflazione e recessione Euro ingestibile, BCE nel panico
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