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Euro ingestibile, BCE nel panico

Tassi negativi, capitali in fuga, svalutazione dell’euro, alta inflazione e recessione

Le difficoltà del sistema produttivo europeo, ancora fondato sulla trasformazione industriale, ed in generale dell'economia di tutto il Continente derivano in questi ultimi mesi essenzialmente da un aumento spropositato dei prezzi all'importazione.

Questo aumento spropositato è stato determinato da una forte svalutazione dell'euro, del 20%, essendo passato dal cambio di 1,20 del 1° marzo 2021 alla parità del 1° settembre scorso, rendendo più care della stessa percentuale le importazioni dei prodotti quotati in dollari.

La svalutazione dell'euro rispetto al dollaro è stata a sua volta causata da una fuga dei capitali, attirati dai più alti tassi di interesse in dollari.

La Bce non ha alzato i tassi tempestivamente, evitando così la fuga dei capitali: ha determinato uno scivolamento del cambio, con un aumento rilevantissimo dei prezzi all'importazione che ora alimenta una forte inflazione da costi che si scarica sulle imprese e sulle famiglie, riducendo i redditi reali ed i margini di profitto.

L'inflazione europea dipende dai maggiori costi delle importazioni. Prendendo come esempio la Germania, e fatto =100 l'indice dei prezzi del 2015, a febbraio scorso la rilevazione era stata di 128,6 rispetto al valore di 103,6 del marzo 2021: nel giro di tredici mesi, quindi, in un periodo tutto antecedente l'invasione della Ucraina da parte della Russia, c'era stato un aumento dei prezzi del 25%, che rispecchia in pieno la svalutazione dell'euro nei confronti del dollaro.
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